domenica 20 marzo 2011

Guerra Libia- Rinasce il movimento “No War”: partono le prime proteste contro la guerra in Libia

La risoluzione ONU 1973 manifesta i suoi primi nefasti effetti.


Oltre 110 missili da crociera Tomahawk hanno colpito 20 diversi obiettivi in Libia ed i numerosi bombardamenti aerei occidentali, secondo la televisione di Stato libica, avrebbero procurato oltre 40 morti e 150 feriti, (e questa sarebbe la no fly zone?).

Nello stesso tempo il Comitato dell’Unione Africana riunito a Nouakhott in Mauritania, lancia appello per la “cessazione immediata di tutte le ostilità”, ma in Italia finalmente qualcosa si muove.

Fischia il vento di contestazione contro il consenso unilaterale sia di destra che sinistra istituzionale per questa guerra del capitale.

Inizia a soffiar vento gelido di contestazione verso questa ennesima guerra del sistema che procurerà ancora ed ancora tante vittime civili ed effetti non prevedibili.

Terni:

Alla notizia dell’intervento francese alcune decine di cittadini ternani si sono ritrovati spontaneamente sotto la Prefettura per manifestare la totale condanna di questa ulteriore guerra.

Dal presidio è partita la proposta di una pubblica assemblea che si terrà lunedì per organizzare e coordinare iniziative contro la guerra.

Milano:

Dopo il primo momento di mobilitazione del pomeriggio del 19 marzo dove un corteo partecipato, ha attraversato le vie di Milano contro ogni forma di imperialismo e di intervento “umanitario” si lancia una mobilitazione permanente che già da domenica pomeriggio darà un segnale di netta opposizione ai bombardamenti e al massacro di civili.

Per tali ragioni vi sarà un presidio/mobilitazione in Piazza San Babila domenica 20 marzo 2011 alle ore 16.00

Appuntamenti per cominciare a dare una risposta immediata:

domenica 20 marzo

ore 15 – Piazza Loreto

ore 16 – P.za S.Babila

Ma anche a Torino si è realizzato nella giornata del 19 un presidio a Porta Palazzo a sostegno delle rivolte arabe.

Il movimento no war si “muove” con lentezza rispetto alla velocità del sistema.

Ma vista e considerata la situazione disastrosa vigente in Italia, tali iniziative sono un segnale positivo rispetto al silenzio assordante e persistente in questi giorni.

Un segnale che incrementerà sempre di più la sua consistenza nei prossimi giorni.

Esistono altre vie per risolvere le questioni libiche. La principale è quella diplomatica.

Contro le bombe della falsa democrazia, occorre mobilitarsi in ogni città, in ogni paese, in ogni luogo per manifestare la propria legittima contrarietà alla guerra, di qualsiasi natura essa sia, e la piena solidarietà al popolo libico che vive e vivrà duri momenti di sofferenza umana.

Voglio cogliere l’occasione per rivolgere un appello a tutte le persone che leggeranno questo breve articolo, organizzate nelle vostre città momenti di discussione, momenti di riflessione, iniziative pubbliche per tale triste vicenda che vede anche l’Italia esser coinvolta in prima persona.

Italia che rinnega lo spirito della propria essenza costituzionale per meri interessi economici.

Italia che si renderà responsabile della morte di persone civili colpite dalle bombe della falsa democrazia.

Organizzate manifestazioni, proteste, iniziative di solidarietà a sostegno del popolo libico e contro la guerra.

Non è con la guerra, non è con le bombe che si edifica il castello della democrazia.

Esiste la diplomazia, ed allora facciamo in modo che sia attraverso la voce della diplomazia e non attraverso il rumore nefasto delle armi, che si realizzi la libertà, la democrazia, quella vera.
 
Diciamo NO alla guerra.
 
 M.B. (MARCO BARONE)
 
(Fonte Reset)
 
***********

Nessun commento: