martedì 11 gennaio 2011

Bologna- Bambini invisibili: Morire di freddo a 23 giorni dalla nascita... Il caso di "Devid Berghi"

Vergognoso!!! Non ci sono parole. Se lasciamo andare via in questa maniera gli indifesi, significa che la nostra non é più civiltà! Ma quale civilità? Morire a 23 giorni dalla nascita a causa del freddo, alla vigilia del giorno in cui si é celebrata la Giornata della S. Infanzia (Epifania), giorno in cui a dover essere messo al centro di tutto, sarebbe dovuto essere proprio il Bambino, e invece é proprio un Bimbo infante ad averci rimesso la (pelle) vita.. Questo il colmo dei colmi! Significa che abbiamo perso il senso - significato del Natale della Solidarietà. Ma dove stiamo andando? E' davvero questo il senso - significato del Natale?  Un infante, un figlio 'invisibile'  di questo tempo - deserto, é morto al freddo e al gelo nel pieno dello sfavillio delle luci natalizie e di quello che ormai, a causa degli sprechi e di così tanta ipocrita esteriorità, si è trasformato in un natale dell'opulenza e del cinico paganesimo, sempre più distante dal reale significato del "Natale della Pace", che al contrario é condivisione ed attenzione verso chi é meno fortunato di noi.  Direi piuttosto che l' uomo sta perdendo di brutto e a causa della propria indifferenza si sta trasformando in un "MOSTRO" d' inciviltà! Povero bambino...ammazzato due volte: la prima dal freddo e la seconda dall' indifferenza dell' uomo cinico e arrogante di questo tempo perverso! Caro e  piccolo   " Devid " ti  chiediamo  "Perdono!" ,  "Perdono"  per non essere stati capaci di udire il tuo lamento, mentre al gelo e al freddo emanavi l'ultimo respiro vitale....Possano gli Angeli del Cielo e la S. Famiglia di Nazareth accoglierti fra le loro braccia e custodirti nella bianca  "Culla della "Pace", dove un giorno deposero il "Santo Bambino" Principe della Pace,  di quella Pace scesa dal cielo nella notte di Natale e che oggi l' uomo - omicida e genocida ha ormai dimenticato! La terra da un' Oasi di vita si sta trasformando in una selva incolta senza speranza...Solo la Pace potrà salvarlo.. L'uomo folle, cinico e arrogante ha perduto il senso del proprio esistere...Se lasciamo andare via in questa maniera i piccoli, significa che la nostra non é più civiltà! Quale futuro??? Meditate gente...! Occorre un cambio di rotta. Riflettiamo! (By: "Agnese Ginocchio", Testimonial per la Pace)

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Neonato ucciso dal freddo a Bologna Il piccolo era figlio di clochard. Il Comune: i genitori avevano rifiutato aiuto. Città sotto choc

 BOLOGNA- Ha vissuto 23 giorni, ma neanche una settimana fuori dall’ospedale, dove è rimasto dopo la nascita e dove è tornato per morire. Nato il 13 dicembre insieme ad un gemellino, Devid Berghi, figlio di due genitori che si adattavano a dormire in strada e in ripari di fortuna, è morto di freddo e stenti al Sant’Orsola di Bologna nella notte tra il 4 e il 5 gennaio.

Era stato raccolto e soccorso in quel gelido pomeriggio, quando ormai non respirava più, nella piazza centrale di Bologna, davanti a Palazzo D’Accursio e alla Basilica di San Petronio. «Potevamo fare di più, se avessimo avuto una migliore conoscenza della situazione», ha spiegato Anna Maria Cancellieri, che regge il Comune commissariato, dopo le dimissioni di Delbono. «La madre del bimbo ha fatto di tutto per non farsi aiutare. È una povera donna, che ha sempre rifiutato alloggi e assistenza».

Gli altri due figli, il gemello di Devid e una sorellina di un anno e mezzo, anche loro ricoverati all’ospedale per precauzione, «ora sono in una struttura protetta, ma neppure in questo caso la mamma li ha voluti seguire». Questo «è l’epilogo di una triste vicenda», ha concluso il commissario. Ciò non toglie che i servizi sociali del Comune, che conoscevano la donna, bolognese, 37 anni, dal 2001, siano sotto accusa. Per far luce sulla vicenda, a titolo conoscitivo, la Procura bolognese ha aperto un fascicolo, per ora senza ipotesi di reato. «Ora indagherà la magistratura», ha tagliato corto Cancellieri, incalzata dai cronisti. «Se ci sono delle responsabilità, salteranno fuori».

La donna, a quanto è stato ricostruito, in dieci anni, ha avuto cinque figli con tre diversi uomini, e ne ha sposato un altro, un extracomunitario. Insieme al quale, ufficialmente, risiede ancora in un appartamento in affitto in centro, via Tovaglie. Questo, almeno, era quello che raccontava agli operatori dei servizi, quando le chiedevano dove passasse le notti. Cancellieri ha detto che non risultate essere tossicodipendente. I primi due bambini, nati nel 2001 e nel 2003, le erano stati tolti e dati in affido. Un anno e mezzo fa, aveva partorito un’altra bambina, che ha vissuto a lungo con la nonna, in un’altra città. I due gemelli sono stati il frutto invece dell’unione con l’ultimo compagno, un clochard, a quanto si è appreso, di origini toscane, conosciuto in città dalle strutture di accoglienza per senza fissa dimora. In uno dei recenti contatti con i servizi, a novembre, la donna aveva nascosto la gravidanza, gemellare, all’ottavo mese, e gli operatori non se ne erano accorti. «Vestiva abiti larghi e aveva una corporatura robusta», si è giustificata Maria Grazia Bonzagni, responsabile del dipartimento dei servizi alle famiglie. Poi, come ha spiegato il commissario, in altre situazioni lei «spariva» e non si faceva trovare.

Il 13 dicembre, il parto. In quell’occasione i servizi ospedalieri inviarono una mail al quartiere di riferimento, per chiedere se la donna fosse seguita. Un messaggio a cui è stata data risposta affermativa il giorno dopo. Il 29 dicembre, i neonati e la madre sono stati comunque dimessi dall’ospedale. Da quel momento, la famiglia è stata vista per due volte. Una nella biblioteca Sala Borsa, il 30 dicembre. «Ci è stato riferito che stavano bene», ha detto Cancellieri. L’altra ad un pasto di solidarietà, l’ultimo dell’anno. «Anche in quei casi alla donna è stata offerta accoglienza, ma ha ancora rifiutato». Molto probabilmente la famiglia ha vissuto quei giorni all’aperto. In queste condizioni, Devid e i suoi venti giorni di vita, non hanno retto. È morto al Sant’Orsola e domani si avranno gli esiti dell’autopsia amministrativa fatta all’ospedale. Ma era arrivato già in condizioni critiche. Prima, in piazza Maggiore, come ha raccontato un testimone, un farmacista che è stato tra i primi a dare l’allarme, «sembrava già morto, non respirava più». I genitori non si davano pace: «Il padre lo appoggiava sul bancone. Continuavano a dire che la mattina aveva mangiato».

Bologna è due volte sotto choc. La prima per il fatto, tremendo, in sè. La seconda per aver lasciato morire un bambino di venti giorni fra le luminarie natalizie di piazza Maggiore. L’orgoglio di essere una città solidale e con un sistema all’avanguardia europea di servizi per i più bisognosi ha preso un durissimo colpo. Il fatto che il Comune sia, da un anno, governato da un commissario, ha almeno risparmiato quelle strumentalizzazioni politiche che con un sindaco espresso dalla politica, in un clima avvelenato da una campagna elettorale perenne, quasi certamente non sarebbero mancate. Eppure la domanda riecheggiata per tutto il giorno, «Ma come è stato possibile?» pesa come un’incudine sulla coscienza di ognuno. E serve a poco pensare al fatto che la madre avesse rifiutato gli aiuti dei servizi sociali dai quali, in qualche modo sarebbe comunque stata intercettata. (Fonte: La Stampa)

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NEONATO MORTO A BOLOGNA: MADRE RIFIUTAVA AIUTI


-Bologna, morte di un bimbo invisibile‎


-Primo Piano- La Storia: I 23 giorni del neonato morto al freddo “Devid” nella città degli invisibili.. VERGOGNA!!!

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