martedì 2 settembre 2014

Matese Terra di Pace- Alife(CE): Celebrata la 9° Giornata della Custodia del Creato. Lanciato grande messaggio di denuncia e di impegno civile per la difesa di nostra Madre terra.

Parco regionale del Matese. Ad Alife il 31 Agosto 2014 ( con l'anticipo di un giorno causa maltempo) si è svolta la Celebrazione della 9° Giornata della Custodia del Creato sul tema: “Educare alla custodia del Creato, per la salute dei nostri paesi e delle nostre città”. Il “Movimento Internazionale per la Pace e la Salvaguardia del Creato III Millennio”
della Provincia di Caserta- Regione Campania, presieduto dalla testimonial per la Pace Agnese Ginocchio, ha organizzato la “Maratona di Letture e brani sul tema della Pace e la difesa del Creato”. Si è riflettuto inoltre con la
lettura del Messaggio dei Vescovi della Commissione Giustizia e Pace della Cei, per la 9° Giornata del Creato. Alle
Matese Terra di Pace”: http://www.facebook.com/mateseterradipace , dove è possibile seguire tutte le importanti iniziative del Movimento per la Pace nell’area del Matese, in occasione del 100° Anniversario dello scoppio della 1° guerra mondiale che ricorre proprio quest’anno. A breve seguirà il percorso della Fiaccola della PACE nei borghi del Matese che culminerà con la celebrazione della Giornata Internazionale della Pace indetta dall'ONU, che quest'anno sarà celebrata alle pendici del cuore del Matese, e cioè nel borgo di Valle Agricola il giorno 21 Settembre 2014.
Ore 20:30 un gruppo di persone e di soci appartenenti al Movimento per la Pace, da Porta Napoli sul luogo dove è situato l' Albero della Pace e del Creato con il rispettivo Monumento, dedicati entrambi alla memoria delle Vittime dell’inquinamento ambientale, situati presso la Villa Comunale, hanno accompagnato l’atleta biker podista alifano Antonio Alfano che ha portato la Fiaccola della Pace, ed il prof. Gino Ponsillo socio del nostro Direttivo, che ha portato la Bandiera della PACE. Il gruppo quindi si è avviato lentamente in direzione di Piazza S. Caterina, attraversando il breve percorso L’arrivo della Fiaccola e della Bandiera della Pace segneranno l’inizio della serata. Alla Maratona di letture partirà dalle ore 21:00 alle 22:00 hanno partecipato dopo il saluto e l'intervento della presidente, il prof. Gino Ponsillo, il prof. Carlo Pastore e l'artista pittrice e poetessa Fausta Visconti di Dragoni, la quale ha voluto omaggiare la serata con alcune delle sue opere artistiche dedicate al tema della Natura e del Creato. Il prof. Gino Ponsillo ( già consigliere provinciale) di Alvignano è intervenuto con un suo scritto composto proprio sul tema della serata ( si rimanda al successivo comunicato per dedicare una pagina all' intervento del prof. Ponsillo che per i suoi contenuti merita un capitolo a parte), il prof. Carlo Pastore ha declamato alcune sue composizioni poetiche sul tema della serata, la poetessa Fausta Visconti nel presentare le sue opere artistiche ha declamato anche una sua composizione sul tema. Sono intervenuti dal pubblico il Sign. Antonio Capriata Socio
Onorario del Movimento per la Pace, il quale in merito alla questione ambientale, ha fatto notare non poche lacune da parte di chi gestisce la politica locale. Presente da Dragoni anche il prof. Racioppoli Luigi, attivista e ambientalista.
Dopo le letture e gli interventi di riflessione è seguita la proiezione del docu-film educativo: “Una Scomoda Verità”, realizzato dall’ex vice presidente dell’America “AL GORE”(già premio Nobel per la Pace), sul tema del riscaldamento globale che sta investendo il pianeta Terra. Il docu-film si propone l’obiettivo di lanciare un forte messaggio che interroga ciascuno di noi a scendere in campo e a fare la propria parte per la soluzione. Se abbiamo a cuore il Bene
Comune del nostro territorio e del Pianeta che ci ospita, siamo tutti chiamati a dare il nostro contributo per il cambiamento di rotta. Di casa ne abbiamo una sola, cerchiamo di custodirla e di amarla, perchè l'uomo senza questa
casa è destinato a finire. La Giornata della Custodia del Creato celebrata nella serata del 31 Agosto in piazza S. Caterina è stato lanciato un forte messaggio di impegno civile. Durante la serata con il prof. Gino Ponsillo abbiamo anche ricordato ed espresso il nostro messaggio d solidarietà, di vicinanza e di affetto a don Luigi Ciotti, presidente
dell'Ass. nazionale Libera, nomi e numeri contro le mafie, per l'ennesima minaccia di morte pervenuta dal mafioso
Totò Riina il quale ha detto queste testuali parole: "Farai la fine di don Puglisi!". A don Ciotti va il nostro più grande affetto e vicinanza. Mentre la Fiaccola della Pace tenuta da Antonio Alfano ardeva in una terra indifferente, abbiamo innalzato parole di Pace che rimbombavano nel silenzio alternato al frastuono delle auto che passavano....A seguire la
voce di Al Gore( Premio Nobel per la Pace) con il docu-film: "Una scomoda verità" che ci ha illuminati sul disastro in atto e sull'importanza dell'impegno di ciascuno per tentare di fermare questo disastro planetario ormai irreversibile. La voce di Al Gore rimbombava oltre la piazza estendendosi negli angoli e nelle abitazioni delle strade adiacenti.
Spiaciuto constatare ancora una volta l'assenza dei giovani a questi argomenti, alcuni sono passati e mentre li
invitavamo a restare hanno preferito proseguire per la loro strada..... Proprio loro, che sono gli eredi dell' indifferenza e dei disastri provocati dalle mani dei loro padri, che dovranno fare i conti con un futuro difficile se non impossibile se non si INTERVIENE ora per fermare il disastro. La sera del 31 agosto è stata fatta una lezione di scuola in piazza, di educazione alla cittadinanza attiva e di impegno civile. Argomenti di vitale importanza che neanche all'Università
insegnano, che neanche in chiesa alle messe o durante i novenari dei santi si ha la possibilità di ascoltare...Noi eravamo lì proprio come fece don Peppe Diana che seguito da un piccolo gruppo dei suoi fidati amici nel mezzo di un popolo pauroso e indifferente, decise di scendere in piazza e con il megafono far ascoltare il forte messaggio di
denuncia del Papa contro i mafiosi. Anche noi, "piccoli Davide" in mezzo ai "giganti Golia", abbiamo lanciato il nostro messaggio di denuncia contro un popolo indifferente che si sta scavando la fossa con le sue stesse mani, illuminati dalla luce della Fiaccola che ha brillato nella notte e circondati dai colori vivi della convivialità delle differenze, simbolo di impegno e di missione. Un sentito ringraziamento va al Sign. GIULIO RICCIARDI e alla sua famiglia per averci messo a disposizione la corrente elettrica della propria abitazione, a Sign. Antonio Capriata per averci fornito la lunga
prolunga per la corrente, ai nostri amici
volontari Raffaele Rao e Pasquale Biondi, che ci hanno aiutato nel supporto tecnico organizzativo. Il servizio audio, foto serata e proiezione video sono stati curati da Andrea Pioltini. L 'autorevole Dott. Ennio Isabella, già direttore
sanitario del presidio ospedaliero matesino, recentemente premiato dal nostro Organismo sociale, impossibilitato a venire a causa di problemi di salute ci ha fatto pervenire una bellissima composizione poetica per la Pace, un sonetto composto appositamente per la serata. Su Facebook è stata attivata la pagina: “


Di seguito il Messaggio della 9° Giornata della Custodia del Creato

Commissione Giustizia e Pace Cei 
FORTE MESSAGGIO DI DENUNCIA DEI VESCOVI ITALIANI. PER LA 9° GIORNATA PER LA CUSTODIA DEL CREATO del 1 SETTEMBRE 2014. UN' OCCASIONE PER SVEGLIARE LE COSCIENZE ANCHE NEL TERRITORIO DEL MATESE, OGGETTO DI SVERSAMENTI ABUSIVI; DI DEGRADO, CONTINUAMENTE ESPOSTO E COLPITO A MORTE NELLE SUE BELLEZZE NATURALISTICHE.

“Educare alla custodia del Creato, per la salute dei nostri paesi e delle nostre città”

“Si spergiura, si dice il falso, si uccide, si ruba, si commette adulterio, tutto questo dilaga e si versa sangue su sangue. Per questo è in lutto il paese e chiunque vi abita langue, insieme con gli animali selvatici e con gli uccelli del cielo; persino i pesci del mare periscono” (Os 4,2-3). Sembra scritta per i nostri tempi questa tremenda pagina di Osea. Raccoglie tante nostre dolorose analisi e ben descrive lo smarrimento che vivono molti territori inquinati in Italia e nel mondo. Se infatti viene spezzata l’armonia creata dall’ alleanza con Dio, si spezza anche l’armonia con la terra che langue, si diventa nemici versando sangue su  sangue e il nostro cuore si chiude in paura reciproca, con falsità e violenza. L’alleanza resta così la categoria fondamentale della nostra fede, come ci insegna tutto il cammino della Bibbia: la fedeltà a Dio garantisce la reciproca fraternità e si fa ancora più dolce la bellezza del creato, in luminosa armonia con tutti gli esseri viventi. È quel giardino in cui Dio ha collocato l’uomo, fin dall’inizio, perché lo custodisse e lo lavorasse. Scrive papa Francesco: “Come esseri umani, non siamo meri beneficiari, ma custodi delle altre creature. Mediante la nostra realtà corporea, Dio ci ha tanto strettamente uniti al mondo che ci circonda che la desertificazione del suolo è come una malattia per ciascuno e possiamo lamentare l’estinzione di una specie come fosse una mutilazione! Non lasciamo che al nostro passaggio rimangano segni di distruzione e di morte che colpiscono la nostra vita e le future generazioni” (Evangelii gaudium 215).

Il giardino violato. 
In particolare, oggi possiamo rilevare alcune aree critiche dove il degrado è particolarmente evidente, dove questa rottura dell’alleanza primitiva diventa devastante. Anzi, spesso il degrado esterno manifesta la corruzione interiore del cuore e dei valori fondativi della vita. 

1. In primo luogo, viviamo con terrore l’inquinamento, che in vaste aree del pianeta si fa sempre più pervasivo. Non sempre le attività produttive sono condotte con il dovuto rispetto del territorio circostante. La sete del profitto, infatti, spinge a violare tale armonia, fino alla diffusione nell’ambiente di veri e propri veleni. Con situazioni estreme, che diventano purtroppo fonte di tumori. Non sempre ci accorgiamo subito di questa violenza contro il territorio. Anzi, spesso è mistificata ed altre volte viene addirittura giustificata. Di fatto, la consapevolezza davanti a questi comportamenti criminali richiede tempi lunghi. Matura sempre lentamente, spesso solo tramite la dedizione, eroica, di chi, facendo il proprio lavoro con serietà, è come se si immolasse per creare tra la gente una adeguata coscienza della gravità del problema. 

2. Pure molto gravi sono le conseguenze disastrose determinate da eventi meteorologici estremi. In questi ultimi mesi, per le inattese bombe d’acqua, si registrano anche morti, oltre a 2 distruzioni immani di case, fabbriche e strade. Tutto un territorio è messo in ginocchio. E spesso le città colpite restano sole o avvolte da una solidarietà solo emotiva, superficiale. La cosa più grave è la carente consapevolezza da parte della comunità civile nazionale circa le vere cause che a monte determinano questi tristi eventi! Restiamo sì addolorati, ma poco riflettiamo ed ancor meno siamo disposti a cambiare, per mettere in discussione il nostro stile di vita

3. Un terzo fattore di gravità è rappresentato dalla mancanza di una vera cultura preventiva davanti ai tanti disastri sociali e meteorologici. È l’aspetto culturale del problema, di certo l’aspetto più preoccupante, perché completa il quadro globale della violazione del giardino di Dio: “Siamo infatti tutti chiamati a prenderci cura della fragilità del popolo e del mondo in cui viviamo” (Evangelii gaudium 215).

Impegni conseguenti 
Oggi, la coscienza ecologica è in consolante crescita, ovunque. Anche con dolorose contrapposizioni tra ambiente e lavoro. Specie nelle città industriali. Certo, proprio questa accresciuta consapevolezza del dono ricevuto da Dio ci spinge a garantire un ambiente sostenibile, per noi e per i nostri figli, nella gioia di godere della bellezza del giardino. Con una parola chiave: custodire. Il papa ci ha incoraggiati, fin da subito. Nella sua omelia del 19 marzo 2013, data d’inizio del suo ministero petrino, ci ha esortato: “La vocazione del custodire non riguarda solamente noi cristiani perché ha una dimensione che precede e che è semplicemente umana, riguarda tutti. È l’avere rispetto per ogni creatura di Dio e per l’ambiente in cui viviamo”. Per questo, ci permettiamo di suggerire questi impegni conseguenti: la coscienza di un impegno culturale; la denuncia davanti ai disastri; la rete di speranza nel futuro. 

1. La priorità dell’impegno culturale. La custodia della terra ci chiede di amarla, vigilando con matura consapevolezza. La terra ci appartiene. Tutti siamo chiamati a questo compito che si fa premura già nelle scuole accrescendo la coscienza ecologica viva tra i giovani. Si tratta di concretizzare quella “conversione ecologica” che ci porta a ritrovare il gusto per la bellezza della terra e lo stupore davanti alle sue meraviglie. Ma da qui, anche la capacità critica per cogliere le ingiustizie presenti in un modello di sviluppo che non rispetta l’ambiente. Abbiamo cioè bisogno di un’economia capace di generare lavoro senza violare la terra, valorizzandola piuttosto come ricchezza produttiva e come crescita sociale. Si pensi alla interconnessione tra rispetto dell’ambiente, agricoltura, turismo e benessere sociale. Solo insieme si cresce. Solo insieme saremo competitivi, proprio perché rispettosi della tipicità con cui Dio ha costruito l’armonia dei colori, delle lingue, delle culture e dei volti. La catechesi può lavorare molto nel cuore dei ragazzi portandoli alla bellezza della preghiera in una liturgia armoniosa con il creato, nella gioia del rendere grazie e benedire il Signore, già in famiglia, davanti alla tavola preparata. Del resto arte e catechesi sono sempre state in stretta alleanza con la liturgia per quel gusto della bellezza che diventa la prima coscienza contro ogni inquinamento e quell’energia vitale che ci permette di ricostruire i territori violati dai disastri ambientali. 

2. La denuncia davanti ai disastri ecologici. Ma la custodia del creato è fatta anche di una chiara denuncia nei confronti di chi viola quest’armonia del creato. È una denuncia che spesso parte da persone che si fanno sentinelle dell’intero territorio, talvolta pagando di persona. Siamo loro profondamente grati, perché ci hanno insegnato un metodo: ci vuole sempre qualcuno che, come sentinella, coglie per primo i problemi e rende consapevole tutta la comunità della gravità della situazione. Specie davanti ai rifiuti. Chi ha tristemente inquinato, deve consapevolmente pagare riparando il male compiuto. In particolare va bloccata la criminalità che ha speculato sui rifiuti, seppellendoli e creando occasione di morte, distruggendo la salubrità dell’ambiente. Ma anche le nostre piccole violazioni quotidiane vanno segnalate, quando siamo poco rispettosi delle regole ecologiche... 

3. La rete di speranza. Siamo chiamati a fare rete lasciandoci coinvolgere in forme di collaborazione con la società civile e le istituzioni. Va maturata insieme una rinnovata etica civile. Per questo è preziosa la dimensione ecumenica con cui è vissuta la giornata della custodia del creato. È importante che nessuno resti spettatore, ma tutti attori, vigilando con amore, pregando intensamente lo Spirito di Dio, che rinnova la faccia della terra e accrescendo la cultura ecologica. Matureremo così una vera cultura preventiva, trovando la forza per riparare le ferite in modo fecondo. Solo così, tramite questa rete, potremo andare alle radici profonde dei disastri sociali ed ecologici, superando la superficiale emozione del momento. Tanti nostri stili di vita vanno cambiati, per assumere la sobrietà come risposta autentica all’inquinamento e alla distruzione del creato. Del resto, una terra custodita è la prima fonte di lavoro per i giovani! Siamo in un tempo di crescente consapevolezza ecologica. I giovani poi ne sono sentinelle vigili ed efficaci. Con loro e con lo sguardo negli occhi dei nostri bambini possiamo ancora sperare a spazi di armonia, di vita buona e di benedizione leggendo insieme un altro testo di Osea: “E avverrà in quel giorno – oracolo del Signore – io risponderò al cielo ed esso risponderà alla terra; la terra risponderà al grano, al vino nuovo e all’olio e questi risponderanno a Dio” (Os 2, 23-24).

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