martedì 9 settembre 2014

ALIFE(CE)- Celebrazione della 9° Giornata del Creato: L'Intervento del prof. Gino Ponsillo sul tema, apportato alla manifestazione


Celebrazione della 9° Giornata del Creato. di seguito l' Intervento del prof. Gino Ponsillo sul tema apportato alla manifestazione tenutasi ad Alife (CE- Parco Regionale del Matese) lo scorso 31 Agosto 2014. Il prof. Ponsillo, dell' Istituto Comprensivo di Alvignano, è stato già impegnato in politica ( amministratore del comune di Alvignano e Consigliere provinciale). Ha maturato inoltre una forte esperienza e formazione in  campo teologico, attualmente fa parte anche dell' Unesco.
provinciale. Il giorno in cui è ricorsa la solennità patronale di S. Sisto I papa e martire, presso la cappella fuori le mura durante una visita privata nell'ambito della quale si è svolta una cerimonia  in forma strettamente privata, gli è stata conferita solennemente dalla Presidente del "Movimento Internaz per la Pace e la Salvaguardia del Creato III Millennio" della Provincia la "Croce internazionale della Pace"con Attestato in pergamena, chiamandolo ufficialmente a far parte del Consiglio del Direttivo" del citato Organismo sociale (vedi foto 1 e 2 in alto, il prof. Gino Ponsillo con la Presidente A. Ginocchio e la Consigliera del Direttivo Rosa Arbolino. La foto 3 sotto si riferisce al momento dell' intervento del prof. Ponsillo durante la serata dedicata alla Custodia del Creato del 31 Agosto 2014). Motivazione: "Per l'impegno profuso alla causa di Pace, la presenza fisica e costante alle recenti manifestazioni svolte, la forte esperienza e formazione, e l' interesse mostrato per le tematiche della Pace e della difesa di nostra Madre Terra. Il prof. Gino Ponsillo è una grande risorsa umana che non potrà che fare del bene ed apportare un' importante contributo alla causa del Movimento e far sì che accresca la "coscienza di Pace".

9°  GIORNATA  DELLA  CUSTODIA  DEL  CREATO
“Educare alla custodia del Creato, per la salute dei nostri paesi e delle nostre città”

E’ sotto gli occhi di tutti il cambiamento climatico  con conseguenze negative sul Creato, sulla natura e sulla nostra vita.
L’ecologia disegna l’immagine di un ecosistema planetario ormai profondamente toccato  dall’agire umano, che ci sta lasciando un’impronta sempre più pesante.
Lo sfruttamento indiscriminato dell’ambiente ha manifestato la sua fragilità.  Oggi viviamo in una Terra che può consumarsi ed esaurirsi.  Il futuro è  minacciato.
Una minoranza gode i risultati dello squilibrio e due terzi dell’umanità è coinvolta in una “spirale perversa discendente” qual è quella della fame. La situazione porta a uno sfruttamento irrazionale dell’ambiente: deforestazione, piogge acide, effetto serra, buco di ozono, ecc. … .
La minaccia si ripercuote  sull’impoverimento delle diversità genetiche e culturali.                                               Di fronte a questa situazione il problema è quello di recuperare l’ambiente, come sistema di rapporti; di gestire i rischi con un riferimento al quadro dei bisogni universali umani;  di ristabilire un’armonia di fondo degli individui fra loro e di questi con la natura.
Tale prospettiva non può essere affrontata se non se ne coglie lo stretto legame con le questioni di Giustizia: non è certo simmetrica la distribuzione planetaria dei consumi di risorse ambientali,  né lo è quella della vulnerabilità ai danni determinati dal degrado dell’ambiente.
I più esposti alla minaccia del mutamento climatico sono quelle aree del sud del mondo più sensibili ai suoi effetti e spesso meno dotate di una struttura socio-economica in grado di farvi fronte.
Il grido dei poveri, insomma, si intreccia strettamente con quello della terra su cui si trovano ad abitare - sempre più impoverita, sempre più degradata nella sua capacità di sostenere la vita (umana e non solo).
Ma i temi ambientali rivelano  pure un legame strutturale con il tema della Pace, evidente nella forte dimensione ambientale di numerosi conflitti (dalle guerre per l’acqua  alle guerre per il controllo delle risorse petrolifere ed altri conflitti).
NON STUPISCE, QUINDI, CHE LA “SALVAGUARDIA DEL CREATO” SIA SEMPRE STATA AFFRONTATA DALL’ECUMENE CRISTIANA IN UNA STRETTA RELAZIONE CON LA PACE E LA GIUSTIZIA  ( Basilea/1989 – Seul/1990…).
Che cosa ha fatto l’uomo – soprattutto l’uomo moderno, l’uomo tecnologico – nei confronti del creato, della natura, dell’ambiente, lui che – secondo la Genesi (Gen. 2,15) – è stato posto come Custode della terra?
E’ cresciuta in questi anni l’attenzione per il Creato: ma come sta operando la scuola per l’educazione ambientale dei ragazzi? E quale contributo può dare l’IRC a tale educazione?
L’insegnamento cristiano e il pensiero ecclesiale sono maturati su questo tema, grazie all’opera magisteriale di S. Giovanni Paolo II°, soprattutto dal 1990 con il messaggio per la Giornata Mondiale della Pace di quell’anno “Pace con Dio Creatore, Pace con tutto il Creato”. 
Lo stesso Papa, in occasione del vertice mondiale di Johannesburg del 2002 ( a cui ho partecipato anch’io, come consigliere provinciale su delega del Presidente dell’Ente Provincia di Caserta), ha scritto: “Dio ha affidato agli uomini il compito di portare a termine la creazione”. Il dovere di custodire il Creato e l’esigenza di trasformarlo ci rendono “concreatori” con Dio nel realizzare il suo disegno sull’umanità e sul Creato”.
Le Religioni, le grandi religioni dell’umanità, come vedono il Creato e cosa propongono per il rispetto e la salvaguardia dell’ambiente?
Nella cura del giardino del Creato – mi pare – le Religioni si trovano in piena sintonia, soprattutto cristiani – ebrei e musulmani. E’ un’alleanza fondamentale.
Per noi cristiani è un comandamento che siamo chiamati a vivere quotidianamente. 
Diversi sono i piani sui quali ci è chiesto di operare un rinnovamento della prassi:
- su un piano etico-politico
una pratica di salvaguardia del Creato deve tradursi in un’azione a livello locale (nel far fronte a forme di uso  dell’ambiente insostenibili o legate a interessi particolari); più ampiamente, però, è necessario che tale sensibilità diventi parte integrante della riflessione, della formazione e dell’azione politica dei credenti (sia come  responsabili politici che come cittadini elettori).
E’  essenziale riportare  al centro della progettualità politica la questione ambientale.
Una seria azione di salvaguardia del Creato esige la capacità di guardare lontano, di fare politica in forme capaci di integrare il futuro nelle preoccupazioni del presente.
D’altra parte, nessuna politica ambientale può risultare efficace se non si accompagna ad un profondo rinnovamento di quegli stili di vita che caratterizzano un modello occidentale ormai tutto segnato dalla dimensione del consumo, del desiderio di beni senza limiti, dell’impatto ambientale sempre crescente.
Se da un lato esso esige un’azione puntuale di sostegno da parte delle amministrazioni pubbliche ai vari livelli, dall’altro esige un deciso impegno personale e comunitario.
Si tratta anche di cercare l’ecoefficienza - quella capacità di soddisfare i bisogni effettivamente necessari in forme meno possibile gravose per l’ambiente stesso.
Emerge pure l’esigenza di una forte azione educativa, capace di formare le giovani generazioni – ma non solo esse – ad una percezione dell’importanza vitale della tematica ambientale.
L’IRC può conferire un contributo importante in questo senso, come spazio nel quale essa appare nella sua dimensione culturale, nella sua forza di ispirazione etica, nella sua capacità di mediazione.
Dobbiamo imparare a far emergere quella preoccupazione per il futuro della nostra terra che sta al cuore dell’istanza di salvaguardia del Creato.

(L’intervento è ispirato alle considerazioni del Gruppo “Responsabilità per il Creato” dell’ Ufficio Nazionale per          i Problemi Sociali e il Lavoro della CEI).

Alife, lì 31 agosto 2014
Gino  Ponsillo

-Per leggere l'articolo dello svolgimento della maniestafione (con foto) cliccare sopra questo titolo per aprire la pagina.


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