venerdì 18 aprile 2014

Triduo Pasquale: Buon Venerdi Santo, giornata in cui si commemora la Passione, la Crocifissione e morte di Cristo Re e Profeta di Pace. Riflettiamo con le parole di don Tonino Bello: "COLLOCAZIONE PROVVISORIA"

Buon Venerdi santo, giornata in cui si commemora la Passione, la Crocifissione e morte di Cristo Re e Profeta di Pace. Riflettiamo con le parole di un grande profeta di Pace, don Tonino Bello vescovo: "Collocazione Provvisoria". Queste parole ci aiutino in questo cammino a comprendere il messaggio di Cristo che si è fatto uccidere per redimere l'umanità dal fango della morte alla luce della Vita. E riflettiamo su tutte le nostre mancanze, ogni volta che non siamo stati disponibili verso il nostro prossimo, la nostra casa, chiusi, cinici, indifferenti per le ferite del mondo. Il messaggio di Cristo ed il nostro disimpegno ci mandi in crisi, e ci faccia comprendere che a nulla vale spendere la vita in cose effimere se non è finalizzata all'impegno per la causa di Pace, una Pace scomoda che richiede cammino, e per giunta cammino in salita. Cristo ce ne ha dato l'esempio attraverso il cammino al Calvario, un cammino carico di sofferenza, ma che alla fine si è trasformato in traguardo di Redenzione e di Resurrezione. La Pace di Cristo inondi e colmi i cuori di tutti voi.

"Collocazione provvisoria" (di don Tonino Bello)

(di don Tonino Bello,vescovo e profeta di Pace)

Collocazione provvisoria – don Tonino Bello

“Nel Duomo vecchio di Molfetta c’è un grande crocifisso di terracotta. Il parroco, in attesa di sistemarlo definitivamente, l’ha addossato alla parete della sagrestia e vi ha apposto un cartoncino con la scritta: collocazione provvisoria. La scritta, che in un primo momento avevo scambiato come intitolazione dell’opera, mi è parsa provvidenzialmente ispirata, al punto che ho pregato il parroco di non rimuovere per nessuna ragione il crocifisso di lì, da quella parete nuda, da quella posizione precaria, con quel cartoncino ingiallito. Collocazione provvisoria. Penso che non ci sia formula migliore per definire la croce. La mia, la tua croce, non so quella di Cristo.

Coraggio, allora, tu che soffri inchiodato su una carrozzella. Animo, tu che provi i morsi della solitudine. Abbi fiducia, tu che bevi al calice amaro dell’abbandono. Non imprecare, sorella, che ti vedi distruggere giorno dopo giorno da un male che non perdona. Asciugati le lacrime, fratello, che sei stato pugnalato alle spalle da coloro che ritenevi tuoi amici.
Non tirare i remi in barca, tu che sei stanco di lottare e hai accumulato delusioni a non finire. Coraggio. La tua croce, anche se durasse tutta la vita, è sempre "collocazione provvisoria". Il
Calvario, dove essa è piantata, non è zona residenziale. E il terreno di questa collina, dove si consuma

la tua sofferenza, non si venderà mai come suolo edificatorio. Anche il Vangelo ci invita a considerare la provvisorietà della croce. C’è una frase immensa, che riassume la tragedia del creato al momento della morte di Cristo. "Da mezzogiorno fino alle tre del pomeriggio, si fece buio su tutta la terra". Forse è la frase più scura di tutta la Bibbia. Per me è una delle più luminose. Proprio per quelle riduzioni di orario che stringono, come due paletti invalicabili, il tempo in cui è concesso al buio di infierire sulla terra. Da mezzogiorno alle tre del pomeriggio. Ecco le sponde che delimitano il fiume delle lacrime umane. Ecco le saracinesche che comprimono in spazi circoscritti tutti i rantoli della terra. Ecco le barriere entro cui si consumano tutte le agonie dei figli dell’uomo. Da  mezzogiorno alle tre del pomeriggio. Solo allora è consentita la sosta sul Golgota. Al di fuori di quell’ orario, c’è divieto assoluto di parcheggio. Dopo tre ore, ci sarà la rimozione forzata di tutte le croci. Una permanenza più lunga sarà considerata abusiva anche da Dio.
Coraggio, fratello che soffri. Mancano pochi istanti alle tre del tuo pomeriggio. Tra poco, il buio cederà il posto alla luce, la terra riacquisterà i suoi colori verginali e il sole della Pasqua irromperà tra le nuvole in fuga.
(di Don Tonino BELLO Vescovo e profeta di Pace)

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