venerdì 29 marzo 2013

VENERDI SANTO – Dai luoghi di martirio, Guerra in Siria. La FOTO del bambino-soldato con mitra e sigaretta che fa il giro del mondo…

Questa foto denuncia lo squallore, il degrado, il fallimento educativo e la sconfitta dell’essere e del “restare umani”, il trionfo del male sul bene…E’ questo che l’uomo è stato capace di costruire con le sue azioni scellerate, l’attaccamento al potere terreno, il voler dare ostinatamente importanza a ciò che è materiale, effimero, sostituendo al “noi” il proprio
“io”…. Con questi presupposti dove si andrà a finire? Una civiltà è destinata a perire, a sprofondare nel degrado, perché ha male costruito. Ha innalzato i suoi castelli di sabbia su fondamenta non solide, una casa che prima o poi crollerà e si sfalderà in un cumulo di macerie e di degrado senza fine…come denuncia questa foto! Il male non colpisce mai un solo popolo ma riguarda l’ intera umanità, perché siamo tutti parte di questo grande corpo, e se un membro di questo nostro corpo si ammala tutto il corpo finirà per risentire di quel male. Se non si interviene in tempo per curarlo, il male degenererà e andrà in metastasi conducendo il corpo (l’umanità ” noi”) alla morte…Riflettiamoci..” (Di Agnese Ginocchio, Testimonial per la Pace. Venerdi Santo 29 Marzo 2013 )


Segue articolo:
Le notizie dalla Siria arrivano a intermittenza e l’isteria della maggior parte dei media nel trattare il conflitto in Medio Oriente non aiuta. Ma ad Aleppo come a Damasco l’emergenza umanitaria, le bombe e i morti ogni giorno restituiscono il tragico ritratto di un Paese distrutto dalla guerra. L’ultima immagine choc arriva appunto da Aleppo: un bimbo soldato di appena 7 anni guarda dritto nell’obiettivo mentre fuma una sigaretta. A tracolla porta un mitra Ak47.

Il bilancio dei morti non si ferma mai. 
Una quindicina di corpi parzialmente carbonizzati e con alcuni segni di tortura sono stati rinvenuti stamani nei pressi di Damasco e i residenti affermano che si tratta di salme di giovani arrestati e uccisi in uno dei carceri dei servizi di controllo e repressione del regime. I Comitati di coordinamento locali affermano che i corpi appartengono a persone arrestate in precedenza e di cui si erano perse le tracce. «Sono state torturate a morte nel carcere della sezione 215 (dei servizi di sicurezza militari)», si legge nel comunicato. L’informazione non pu• essere verificata in maniera indipendente. Le fonti affermano inoltre che le salme sono state rinvenute a Najha, sobborgo a sud di Damasco e che i servizi di sicurezza hanno inviato alle stazioni di polizia la lista dei nomi delle vittime in modo che possano essere avvertire le famiglie. Finora, le vittime identificate sono Khaled Qarut, Kamal Kawakli, Dib Badawi, Hashem Zahra, Rashid Muze, Muhammad Mulla e Adel Masri.(  Il Messaggero)

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