PIGNATARO Maggiore(Ce)- (di Michela Vigliotti) La città dell’Agro Caleno per un giorno è stata vicina come non mai a Palermo e a tutte le altre comunità italiane che hanno ricordato la strage di Capaci nel ventennale. Mentre al porto di Palermo il presidente del Consiglio Mario Monti lanciava un appello ad
essere uniti contro ogni forma di mafia, a Pignataro si teneva la marcia in memoria delle vittime di quel sanguinoso attentato. Il “parallelo” tra Palermo e Pignataro e l’Italia tutta è racchiusa nelle parole di Monti. “E’ illusorio pensare di sconfiggere Cosa nostra solo a Palermo, la ‘ndrangheta solo a Reggio Calabria, la camorra solo a Napoli e a Caserta – il messaggio di Monti - Tutto il Paese deve sentirsi coinvolto in questa lotta, da Nord e Sud, e saper leggere e contrastare i segnali delle mafie senza paura e senza illudersi di essere immune Sappiamo che le mafie oggi sono molto diverse da quelle che Falcone aveva iniziato a contrastare sotto la guida di Chinnici. Hanno ricevuto e ricevono colpi molto forti da magistratura e forze di polizia. Ma sono state capaci di reinventarsi”. Parole che possono “scuotere” le coscienze anche nella cittadina dell’Agro Caleno dove in passato la mafia siciliana è stata fortissima, dove hanno trascorso la latitanza, raccontano i pentiti, anche personaggi del calibro di Luciano Liggio. Ieri mattina l’ aula magna dell’Istituto Comprensivo “Martone” non si è poi rivelata tanto “magna” visto che quasi non riusciva ad ospitare tutti gli alunni delle primarie e secondarie di primo grado che,” armati” di cartelloni, e striscioni, accompagnati dalle proprie insegnanti, sono stati i veri protagonisti della manifestazione che ha ricordato la strage di Capaci di quel maledetto 23 maggio 1992, dal quale sono decorsi vent’anni. Molti seduti, molti altri raggrovigliati a terra, ma è stata proprio questa la soddisfazione del dirigente Mesolella: vedere tutti i suoi ragazzi presenti, operosi e attenti a quanto si stava commemorando. Presenti, oltre al dirigente scolastico, il primo cittadino di Pignataro Raimondo Cuccaro, il maresciallo dei Carabinieri Antonio Di Siena, il comandante della polizia municipale Alberto Parente, la presidente del Consiglio comunale di Pignataro Ilaria Bovenzi, l’assessore alla Pubblica Istruzione Pier Nicola Palumbo, l’assessore allo sport Palumbo, l’assessore Giorgio Valente, il dirigente scolastico Raffaele Raimondo, Agnese Ginocchio, presidente del movimento per la pace, Antonio D’Onofrio con i giovani dell’Associazione del comune limitrofo di Pastorano “Il paese che vorrei” e numerosi giornalisti. La manifestazione, voluta fortemente da Agnese Ginocchio e dalla sua Associazione, in collaborazione con l’Istituto Comprensivo “Martone”, patrocinata dal comune di Pignataro Maggiore e dalla provincia di Caserta, si è aperta con un minuto di silenzio dedicato alla studentessa sedicenne di Brindisi Melissa, alla quale gli alunni hanno dedicato anche un cartellone. “Queste manifestazioni sono il solco nel quale concimare il seme della legalità - ha ricordato il sindaco Raimondo Cuccaro - voglio ricordare che il sistema investigativo che Falcone e Borsellino utilizzarono per combattere la mafia è stato all’epoca innovativo e i frutti si
essere uniti contro ogni forma di mafia, a Pignataro si teneva la marcia in memoria delle vittime di quel sanguinoso attentato. Il “parallelo” tra Palermo e Pignataro e l’Italia tutta è racchiusa nelle parole di Monti. “E’ illusorio pensare di sconfiggere Cosa nostra solo a Palermo, la ‘ndrangheta solo a Reggio Calabria, la camorra solo a Napoli e a Caserta – il messaggio di Monti - Tutto il Paese deve sentirsi coinvolto in questa lotta, da Nord e Sud, e saper leggere e contrastare i segnali delle mafie senza paura e senza illudersi di essere immune Sappiamo che le mafie oggi sono molto diverse da quelle che Falcone aveva iniziato a contrastare sotto la guida di Chinnici. Hanno ricevuto e ricevono colpi molto forti da magistratura e forze di polizia. Ma sono state capaci di reinventarsi”. Parole che possono “scuotere” le coscienze anche nella cittadina dell’Agro Caleno dove in passato la mafia siciliana è stata fortissima, dove hanno trascorso la latitanza, raccontano i pentiti, anche personaggi del calibro di Luciano Liggio. Ieri mattina l’ aula magna dell’Istituto Comprensivo “Martone” non si è poi rivelata tanto “magna” visto che quasi non riusciva ad ospitare tutti gli alunni delle primarie e secondarie di primo grado che,” armati” di cartelloni, e striscioni, accompagnati dalle proprie insegnanti, sono stati i veri protagonisti della manifestazione che ha ricordato la strage di Capaci di quel maledetto 23 maggio 1992, dal quale sono decorsi vent’anni. Molti seduti, molti altri raggrovigliati a terra, ma è stata proprio questa la soddisfazione del dirigente Mesolella: vedere tutti i suoi ragazzi presenti, operosi e attenti a quanto si stava commemorando. Presenti, oltre al dirigente scolastico, il primo cittadino di Pignataro Raimondo Cuccaro, il maresciallo dei Carabinieri Antonio Di Siena, il comandante della polizia municipale Alberto Parente, la presidente del Consiglio comunale di Pignataro Ilaria Bovenzi, l’assessore alla Pubblica Istruzione Pier Nicola Palumbo, l’assessore allo sport Palumbo, l’assessore Giorgio Valente, il dirigente scolastico Raffaele Raimondo, Agnese Ginocchio, presidente del movimento per la pace, Antonio D’Onofrio con i giovani dell’Associazione del comune limitrofo di Pastorano “Il paese che vorrei” e numerosi giornalisti. La manifestazione, voluta fortemente da Agnese Ginocchio e dalla sua Associazione, in collaborazione con l’Istituto Comprensivo “Martone”, patrocinata dal comune di Pignataro Maggiore e dalla provincia di Caserta, si è aperta con un minuto di silenzio dedicato alla studentessa sedicenne di Brindisi Melissa, alla quale gli alunni hanno dedicato anche un cartellone. “Queste manifestazioni sono il solco nel quale concimare il seme della legalità - ha ricordato il sindaco Raimondo Cuccaro - voglio ricordare che il sistema investigativo che Falcone e Borsellino utilizzarono per combattere la mafia è stato all’epoca innovativo e i frutti si
raccolgono ancora oggi”. Un momento di grande partecipazione che è stato preceduto dalla visione di “Uomini soli”, un interessante documentario di Attilio Bolzoni e Paolo Santolini. La storia di una Palermo ferita e che nella lotta alla mafia ha perso i propri uomini migliori. Un documentario che racconta i ricordi e le testimonianze di magistrati, giornalisti, poliziotti e familiari delle vittime di mafia. Durante la manifestazione cui ha fatto seguito una lunga marcia con tutti gli alunni della scuola, dal plesso “Pascoli” al plesso “Don Bosco”, l’istituto comprensivo “Madre Teresa di Calcutta” è stato nominato “Scuola testimone del III Millennio ambasciatrice per la pace e la legalità con la seguente motivazione”: “Per il grande impegno educativo e formativo sui comuni percorsi della cittadinanza attiva, della convivenza civile e del rispetto, dei diritti universali, dell’impegno civile e della legalità, che formano il discente alla responsabilità e alla ricerca costante dei grandi ideali di Pace e di nonviolenza”: lotta all’ingiustizia e ripudio di ogni forma di mafia e di guerra. Per la realizzazione della causa della giustizia sociale sulla quale si fonda un futuro di pace!”.
La nomina è stata consegnata al preside Paolo Mesolella dall’ambasciatrice per la pace Agnese Ginocchio, presidente dell’Associazione di volontariato per la pace e la salvaguardia del creato. Dall’aula magna è partito il corteo che è giunto fino al plesso” Don Bosco” e proprio lì, nel campo sul quale affaccia la scuola, è stato piantato l’albero per la pace, donato dalla Regione Campania, settore Ambiente. “Piantiamo quest’albero come segno di speranza per i giovani, per voi tutti ragazzi! Siete voi la nostra speranza. Bisogna investire sui giovani fin da piccoli, bisogna educarli a valori saldi, come quelli in cui credevano i giudici antimafia Falcone e Borsellino, la giustizia, il senso del dovere, anche a costo di perderci. Il sacrificio. L’esempio dobbiamo essere noi adulti, in quanto loro ci imitano e apprendono da noi. Seminiamo pace per raccogliere semi di giustizia!”. Queste le parole conclusive della Ginocchio.
Articolo a cura della giornalista "Michela Vigliotti", pubblicato sulla testata cartacea della provincia "Gazzetta di Caserta " del 24 Maggio 2012
Note: A breve sarà pubblicato il reportage fotografico intero della manifestzione a cura di "Andrea Pioltini"
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