mercoledì 26 agosto 2015

Da S. SISTO a M. MILETTO MATESE TERRA di PACE dice NO al BIOGAS!


MATESE TERRA DI PACE- Da S. Sisto al Miletto, ossia dalla terra al Cielo, per allenare ed elevare lo spirito, in...
Posted by MATESE TERRA DI PACE on Venerdì 14 agosto 2015



Info e Reportage foto, pagina Fb: MATESE TERRA DI PACE

MATESE TERRA DI PACE- Da S. Sisto al Miletto, ossia dalla terra al Cielo, per allenare ed elevare lo spirito, in tempi di caos e di distrazione, all' unica e perfetta realtà della nostra esistenza, nel segno della Pace, perchè la
Pace è impegno, è cammino controcorrente, è via in salita, è scalata verso la "Vetta" per raggiungere il traguardo. La Pace deve dominare su tutto, se vogliamo che si risolvano i problemi mondiali! Il giorno 13 Agosto 2015 in cui quest'anno si è celebrata l’Earth Overshoot Day (Giorno del sovrasfruttamento ambientale), in prosieguo agli anni precedenti, sempre nell'ambito delle celebrazioni della festa del Santo patrono della diocesi, Sisto I papa e martire, e della Solennità dell'Assunta in Cielo, la Bandiera della Pace con l'intenzione particolare quest'anno dedicata al NO BIOGAS, consegnata presso la Cappella fuori le mura il giorno 11 Agosto Festa patronale di San Sisto ai soci e ai volontari del Movimento per la Pace: prof. Carlo Pastore ( esperto escursionista e già storico fondatore del CAI sezione matesina) e all'altleta escursionista e biker alifano Antonio Alfano, è stata issata sulla cima più alta dei Monti del Matese, Monte MILETTO( 2050 mt). Quest'anno come si diceva abbiamo voluto lanciare un solo messaggio: "NO al BIOGAS". Sulla comunità alifana e matesina infatti incombe un grave pericolo, i la nuova peste, quello della costruzione di un impianto altamente nocivo da 75mila tonnellate di rifiuti, che vorrebbero piazzare nella cosiddetta area ASI MATESE del Comune di Alife, un'area a ridosso del Parco Regionale del Matese, priva di ogni infrastruttura per ospitare un impianto del genere, e dove intorno insistono aziende dove si pratica l'agricoltura, l'allevamento e la produzione di alimenti bio. Un mega impianto del genere andrebbe a compromettere l'intero equilibrio delle biodiversità che nel Matese ancora r-esistono. Oltre a nuocere gravemente alla salute pubblica, a favorire l'aumento dell'inquinamento da nanoparticolato prodotto da gas da combustione, della C02 (ampiamento buco di ozono con conseguente aumento riscaldamento globale), e a colpire la falda acquifera che alimenta i comuni del Matese, datosi che proprio qui sorge la sorgente del Torano, la cui acqua va ad alimentare le regioni Campania, Molise e Basilicata. Al Santo patrono Sisto I papa e martire, abbiamo elevato una particolare intenzione di Pace e chiesto nel giorno della sua festa patronale di liberarci dalla nuova peste del Biogas. Il momento si era svolto infatti proprio durante la consegna della Bandiera e a seguire durante l'inaugurazione della targa definitiva e dell'aiuola con i sassi colorati, collocata davanti all'Albero della Pace dedicato ai nostri cari caduti in guerra e a tutti i caduti della grande guerra, sito nel giardino antistante la scuola dell'infanzia a Porta fiume. Si tratta del piccolo Alberello di ulivo che fu piantato nel mese di aprile scorso durante lo storico passaggio della "Fiaccola della Pace" dei 100 anni della grande guerra che a un mese di distanza subì un gravissimo sfregio da parte di un branco di ragazzini e che dopo diverse cure apportate da parte nostra, l'alberello si è completamente ripreso a significate che Madre Natura è più forte di qualsiasi violenza. Alla scalata su Monte Miletto sono stati presenti oltre ad Antonio Alfano e al prof. Carlo Pastore, anche il giovane volontario Pasquale Biondi, per lui la prima e bellissima esperienza escursionista in sscalata; Andrea Pioltini che ha realizzato il reportage foto, e un escursionista proveniente da Bari, Franco Lioce, ex dirigente di un' azienda, che si trovava in quel momento sul MIletto e che si era unito alla nostra causa... Questo dunque è il nostro umile omaggio che anche quest'anno desideriamo dedicare a S. Sisto, una festa alternativa all'insegna dell'impegno. Mentre giù c'era caos e distrazione..su questa vetta, nel segno della Pace, si è toccato il Paradiso. La Pace è un cammino, e per giunta cammino in salita che richiede le sue soste e le sue pause, che richiede tanto spirito di sacrificio, ma alla fine si raggiunge la vetta e quando si raggiunge il traguardo il risultato è sorprendente. Una grande soddisfazione, una grande gioia e serenità interiore che arricchisce e forma la personalità di chi ogni giorno sceglie una strada alternativa per ri-lanciare il messaggio dell'impegno e anche del sano e costruttivo svago, come appunto in questo caso, che nessun caos e distrazione di massa possono riuscire a regalare...O S. Sisto I papa, a te affidiamo la nostra vita, il nostro impegno, continua benevolo a sostenerlo e a far crescere la coscienza di Pace, a far unire alla nostra bella famiglia tanti uomini e donne di buona volontà che decidono di impegnare il loro tempo per una giusta e più che nobile causa come quella della Pace, che richiede impegno e sacrificio. Ma chi sceglie questa strada sceglie la via sicura, perchè sarà un vincitore, un seminatore di speranza, un pioniere, uno scalatore di ponti Arcobaleno, un "provocatore" di nonviolenza che cammina controcorrente..."Beati gli Operatori di Pace perchè sono chiamati figli di Dio!" Pace, Shalom, Peace, Pax, Mir, Amani, Salaam. (Movimento Internazionale per la Pace e la Salvaguardia del Creato III Millennio, provincia di Caserta, Regione Campania; promotore del progetto MATESE TERRA DI PACE)


Vedi reportage foto collegato: Festa S. Sisto inaugurata Targa e messaggio contro BIOGAS https://www.facebook.com/media/set/?set=a.672712122829452.1073741864.534736466627019&type=3




La Pace come cammino. E per giunta, cammino in salita.



A dir il vero, noi non siamo molto abituati a legare il termine «Pace» a concetti dinamici. Raramente sentiamo dire: «Quell’ uomo si affatica in Pace», «lotta in Pace», «strappa la vita con i denti in Pace». Più consuete nel nostro linguaggio sono, invece, le espressioni: «Sta seduto in Pace», «sta leggendo in Pace», «medita in Pace» e, ovviamente, «riposa in Pace».

La Pace, insomma, ci richiama più la vestaglia da camera, che lo zaino del viandante. Più il conforto del salotto, che i pericoli della strada. Più il caminetto, che l’officina brulicante di problemi. Più il silenzio del deserto, che il traffico della metropoli. Più la penombra raccolta di una chiesa, che una riunione di sindacato. Più il mistero della notte, che i rumori del meriggio.
Occorre, forse, una rivoluzione di mentalità per capire che la Pace non è un «dato», ma una conquista. Non un bene di consumo, ma il prodotto di un impegno. Non un nastro di partenza, ma uno striscione di arrivo.



La Pace richiede lotta, sofferenza, tenacia. Esige alti costi di incomprensione e di sacrificio. 

Rifiuta la tentazione del godimento. 
Non tollera atteggiamenti sedentari. 
Non annulla la conflittualità. 
Non ha molto da spartire con la banale «vita pacifica». 
Non elide i contrasti. 
Espone al rischio di ingenerosi ostracismi. 
Postula la radicale disponibilità a «perdere la Pace» per poterla raggiungere.

Dal deserto del digiuno e della tentazione fino al monte Calvario (salvo una piccola sosta sulla cima del Tabor), la pace passa attraverso tutte le strade scoscese della Quaresima. E quando arriva ai primi tornanti del Calvario, non cerca deviazioni di comodo, ma vi si inerpica fino alla croce. Si, la Pace, prima che traguardo, è cammino. E per giunta, cammino in salita. 

Vuol dire, allora, che ha le sue tabelle di marcia e i suoi ritmi. I suoi percorsi preferenziali e i suoi tempi tecnici. I suoi rallentamenti e le sue accelerazioni. Forse anche le sue soste.
Se è così, occorrono attese pazienti.
E sarà beato, perché operatore di Pace, non chi pretende di trovarsi all’arrivo senza essere mai partito. Ma chi parte. Col miraggio di una sosta sempre gioiosamente intravista, anche se mai (su questa terra, s’intende) pienamente raggiunta,


don Tonino Bello, vescovo e profeta di Pace

(tratto da “Alla finestra la speranza” ed. Paoline)

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