Lettera agli uomini e alle donne di buona volontà in occasione della tredicesima giornata ecumenica del dialogo cristiano-islamico
di Massimo Abdallah Cozzolino e Giovanni Sarubbi
Cari amici e amiche, fratelli e sorelle,
abbiamo bisogno del dialogo come del pane e dell’acqua o dell’aria per vivere. E’ questa la convinzione profonda che anche quest’anno ci ha spinti ancora di più a promuovere per la tredicesima volta la giornata del dialogo cristiano-islamico che celebreremo insieme, cristiani di diverse confessioni e musulmani, il prossimo 27 ottobre.
Sarà un momento per riscoprire le nostre comuni radici, che sono l’amore, la compassione e la misericordia, che ci spingono a praticare una comune accoglienza ma soprattutto ad essere protagonisti di un virtuoso percorso di fede.
Sarà l’occasione per ribadire insieme, cristiani e musulmani, la netta e ferma condanna di qualsiasi forma di violenza e guerra fatta nel nome di Dio, così come recita l’appello che il Comitato promotore nazionale ha lanciato lo scorso 2 settembre in relazione a quanto sta accadendo in Medio Oriente e alle azioni dell’ISIS.
Così come sono condannabili le azioni criminali dell’ISIS (il sedicente “califfato”) perché ritenute folli e prive di qualsiasi valida giustificazione religiosa, espressione di una ideologia di morte e di odio che in alcun modo può essere avvicinata all’Islam, allo stesso modo risultano prive di qualsiasi valida giustificazione religiosa, le azioni a sfondo razzistico e xenofobo messe in atto contro i migranti (musulmani e non solo) da parte di quelle organizzazioni politiche che, anche nel nostro Paese, in modo strumentale si richiamino alle “radici cristiane dell’Europa”.
Sia l’ISIS che gli islamofobi nostrani (con tutte le differenze del caso) sono figli della stessa logica di potere e oppressione. Essi in forme diverse, ricorrono in maniera blasfema al nome di Dio per sostenere le guerre ed i conflitti che nascono e si sviluppano per motivi economici e politici.
Vogliamo dirlo forte e chiaro: sono i soldi a fare le guerre, per fare altri soldi e altre guerre all’infinito. Si fanno le guerre per conquistare territori e appropriarsi delle loro ricchezze naturali, vendere i propri prodotti, le proprie armi e imporre il potere politico di pochi sulla grande maggioranza della popolazione mondiale. Nel nostro tempo, siamo addirittura arrivati al punto che le guerre nascono e si sviluppano per sostenere l’immondo commercio delle armi che ha raggiunto dimensioni immense (gli ultimi dati disponibili dicono che nel 2011 sono stati spesi a livello mondiale 1.740 miliardi di dollari in sistemi d’arma).
Questa nostra giornata di dialogo ed incontro cristiano- islamico è nata subito dopo gli attentati dell’11 settembre del 2001, quando cominciò la “terza guerra mondiale a pezzi”, come l’ha definita Papa Francesco, ancora purtroppo in pieno svolgimento.
Abbiamo dovuto fare i conti, fin dal primo giorno, con l’islamofobia, che è una forma particolarmente perversa di razzismo che, al pari delle altre forme di razzismo religioso,produce discriminazione sulla base dell’appartenenza religiosa.
Ma il razzismo non ci ha fermato.
Uomini e donne di buona volontà, cristiani e musulmani, hanno dato vita ad un movimento che, dal basso, ha coinvolto a vari livelli le istituzioni politiche e religiose del nostro Paese, producendo, in questi 13 anni, centinaia di iniziative di dialogo, ogni anno, in tutte le regioni del nostro Paese, dal Nord al Sud.
Il nostro impegno è rivolto contro le ideologie dell’odio e della violenza e siamo sicuri che esse nulla potranno contro gli uomini e le donne di buona volontà perché essi sono la grande maggioranza dell’umanità. Dobbiamo liberarci dalla paura per l’altro, qualunque sia la sua religione, la sua cultura, il suo colore della pelle.
Il dialogo è l’unica straordinaria possibilità che ha l’uomo di spezzare le catene dell’odio, con un sentire avverso che combatte la giusta causa. Solo chi ama il prossimo può sconvolgere le vie dei violenti con una durezza inaspettata, perché l’amore e la compassione sono l’energia vitale che mette a nudo il prepotente, sveste l’orgoglio del borioso, zittisce la menzogna e l’offesa, rende innocuo chi pratica la vendetta. L’amore di Dio è il gioioso inizio che si oppone alla fine brutale, è la tenera conclusione di un’improvvida partenza. L’amore di Dio è l’arma segreta che permette agli uomini forti di sconfiggere i falsi coraggiosi.
E’ con questo spirito che salutiamo tutti quelli che il 27 ottobre e nei mesi successivi, con attività di dialogo permanenti, si incontreranno per riscoprire la nostra comune umanità perché non esistono motivi religiosi che possano spingere alla guerra e all’odio razziale.
Con un fraterno saluto di shalom, salaam, pace
Massimo Abdallah Cozzolino, Presidente della Federazione Islamica della Campania
Giovanni Sarubbi, direttore del sito www.ildialogo.org
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