venerdì 27 gennaio 2012

Alife(Ce)- Caso Italcarta: Lettera inviata ai Dirigenti dell'azienda

Storia di disoccupazione di precarietà emersa in questi ultimi giorni. Il nuovo anno inizia davvero male, senza prospettive e senza lavoro per i 15 dipendenti della ditta Italcarta. Un numero che si va ad aggiungere alla lista dei tantissimi precari e disoccupati sparsi in Italia. Essendo questo un fatto che tocca tutta la comunità alifana, é stata inviata questa nota qualche tramite posta elettronica, indirizzandola all’ammistratore delegato dell’azienda, “ V. D. CAPRIO“, che si riporta di seguito.

Alife(Ce), 3 Gennaio 2012. “Gentile Vincenzo, ti scrivo in merito alle notizie riguardanti l’Italcarta,(lette sui portali internet) dei 15 dipendenti della tua ditta che stanno presidiando davanti ai cancelli perché senza lavoro. Non conosco a fondo la questione, ma da quello che leggo, mi é sembrato di cogliere una storia davvero assurda e sconcertante. Come mai i dipendenti si trovano in questa situazione? Tra l’altro leggo che tra questi é presente anche la figlia di “Silvio”, tuo carissimo amico e co-fondatore della Italcarta. Come mai infine la ditta ha cambiato nome? In ogni modo, non conoscendo bene la storia, vorrei chiederti di risovere possibilmente il problema di queste persone. Come si può permettere che delle persone restino da un momento all’altro senza lavoro? E’ inconcepibile!

Il dramma di questi concittadini é un problema che ci tocca tutti da vicino e non riguarda solo loro. In un momento di crisi come quello che stiamo attraversando, c’é bisogno di fare uno sforzo comune, unire le forze e fare tutti dei sacrifici.

In ogni decisione che si prenderà occorre far prevalere il buon senso, la forza dei valori e la solidarietà che non deve mai mancare in queste circostanze.

Pensare di salvaguardare esclusivamente i propri interessi e quelli della ditta, decidendo quindi di lasciare in mezzo ad una strada persone che fino a ieri hanno lavorato onestamente, contribuendo alla crescita dell’ Italcarta, é una decisione irragionevole ed inumana che si condanna da se!

Il lavoro é dignità!

Facciamoci un esame di coscienza!

Facciamo prevalere negli interessi dell’azienda una sola politica sindacale, che sia anche la parola d’ordine: scelta solidale! So che nella vostra ditta ci si comportava come in una Famiglia, dove prevaleva l’amicizia, il rispetto l’attenzioone. Facciamo quindi prevalere anche ora questi valori e facciamo prevalere innanzitutto quell’atteggiamento di condivisione nel portare gli uni il peso dell’altro, così come si fa in Famiglia, che nel momento di difficoltà si riunisce nello spirito di solidarietà e di legame affettivo, per risolvere insieme i problemi. Lungi dunque quell’atteggiamento di freddezza e di indifferenza che si adotta nei riguardi dei dipendenti. Si ricordi che nella loro situazione potremmo trovarci anche noi. Non dimentichiamolo mai! Come ribadito sia dunque la “scelta solidale” la parola d’ordine da mettere in pratica in questi casi. Solo quest’atteggiamento oggi potrà salvare il mondo del lavoro dal baratro della disperazione, dell’abbandono e della sfiducia nelle istituzioni. La crisi economica che sta attraversando le nostre terre, provocata da lobby bancarie, da personaggi senza scrupoli e da politiche scellerate, sta travolgendo tutti inevitabilmente e solo Dio sa cosa ci aspetta…Per questo che occorrono grandi sforzi umani da parte di tutti, in primis occorre rivedere i propri stili di vita e sostituirli con scelte più eque e più solidali. Più risorse umane dunque e meno interessi personali. Recuperiamo quindi la dignità del lavoro, il valore della Solidarietà nelle decisioni da intraprendere, insieme al la fiiducia e alla Speranza di credere in un futuro certo.

Su queste basi si costruisce una civiltà di Giustizia re di equità. Su queste condizioni si può affermate uno stato di Pace.

Seguendo con appensione la vicenda dei 15 dipendenti della tua ditta, mi permetto dunque di chiederti di fare il massimo sforzo possibile per spiegare quanto sta accadendo ed infine di togliere dalla precarietà queste persone reintegrandole al lavoro e restituendole il ruolo tolto. Quest’ultima azione, se sarà raggiunta dalla tua ditta, sarà una grande prova di altruismo, di fiducia e di trasparenza da parte tua! Ti rammento quella norma di vita che dice: “Non fare agli altri ciò che non vuoi venga fatto a Te”.

Grazie per quello che potrai fare a riguardo”.

Cordialmente:
Agnese Ginocchio, “Movimento I. per la Pace.. S.d.C.- III ML” - prov. Ce, regione Campania( Diritti, Pari Opportunità, Giustizia, Legalità, Ambiente, Solidarietà..)

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