CRISTO E IL CRISTIANESIMO (Di Arturo Paoli, prete scomodo) Anni fa, proprio in questo luogo, padre Ernesto Balducci disse che le tre caravelle di Colombo erano tornate indietro. Era un modo di dire che Cristo è essenzialmente liberatore, e liberatore dei poveri. La teologia della liberazione è un messaggio non solo per i poveri, ma anche per tutti coloro, credenti e non credenti, che fanno parte di questa cultura "cristiana" occidentale che oggi è direttamente responsabile dei mali del mondo. E’ da qui che vengono le guerre, le distruzioni, la fame: dal mondo occidentale cristiano. E’ qui che si fabbricano le armi, è da qui che partono gli aerei che vanno a bombardare. Dobbiamo assumerci le nostre responsabilità.
Dobbiamo sapere che non possiamo affrontare temi come la giustizia, l’uguaglianza, i diritti dei popoli se non cambiamo radicalmente la nostra cultura.
Noi abbiamo sempre pensato che il centro del mondo è l’Io, l’essere, il soggetto, e abbiamo proiettato questo concetto in tutte le strutture che abbiamo creato e imposto. Compresa la globalizzazione, apoteosi di un soggetto dominatore e unificante: il mercato. La volontà di sopprimere l’altro, l’incapacità di riconoscere la sua cultura, la sua storia, la sua religione, il suo diritto alla vita, è la conseguenza diretta del culto dell’Io. Per lo stesso motivo la Chiesa è chiesocentrica, lo stato è statocentrico.
Il rispetto dell’altro non è un atto di volontà, dev’essere il frutto di una cultura nuova che deve ancora nascere. Fino a che non cambieremo questo paradigma tutti i nostri progetti saranno superficiali. La richiesta di perdono fatta di recente dal Papa è commovente, ma è come dare l’aspirina a una persona che muore di cancro. Finché non cominciamo a vivere in un altro modo, finché non capiremo che la solidarietà con i poveri non è buon cuore, ma un modo di uscire dalla colpa, di rendere giustizia, tutti i nostri discorsi politici non serviranno a niente. Ci manca un’etica, abbiamo perso il sentiero della giustizia, non sappiamo più cosa è giusto e cosa non lo è. L’etica deve essere costruita sui diritti degli oppressi: solo partendo da questa base possiamo pensare a un mondo nuovo. Cristo ha predicato la fraternità a partire dai più deboli. Oggi noi predichiamo le stesse cose da Wall Street, dal nostro comodo benessere; predichiamo principi, idee, senza mai mettere i piedi per terra. Sono secoli che pensando di amare opprimiamo. Oggi dobbiamo difendere Cristo dal Cristianesimo.
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