Alife(CE)- Il “No” al Biodigestore di Alife continua più forte che mai, e sabato scorso 21 febbraio presso la sala consiliare del Comune di Alife si è tenuta un’importante conferenza dal titolo: “Perchè diciamo No al Biogas”, che ha visto la partecipazione di esperti in materia di fisica nucleare ed esponenti del comitato ambiente e salute. Una squadra di persone messe insieme dal Movimento Internazionale per la Pace e la





Per spiegarla in poche semplici parole, alla fine, questa centrale servirà prioritariamente a produrre energia con questo procedimento in sintesi :
Si utilizzerà la frazione umida dei nostri rifiuti per produrre “biogas” che a sua volta verrà bruciato per produrre energia elettrica. Lo scarto, ossia il digestato, attraverserà un altro trattamento per il compostaggio definitivo. Effetto negativo dalla combustione del biogas sarà la produzione di nano-
particolati con grave impatto ambientale sul territorio. Dopo gli autorevoli interventi dell’Ing. ambientale Gianfranco Di Caprio, consigliere del Gruppo comunale di opposizione “Insieme per Alife”, colui ovvero che ha portato alla ribalta e lanciato l’allarme sul caso Digestore Alife attraverso tutta la documentazione reperita e dell’ Ing. ricercatore aerospaziale Calabrò che ha lavorato presso il “Cira(Centro italiano ricerche aerospaziali)” di Capua (entrambi fanno parte del Comitato ambiente e salute alifano), i quali hanno voluto spiegare dove sta l’inganno, i profitti e gli interessi delle lobby che si nascondono dietro l’ultimo affaire rifiuti Biogas, Biomasse etc, la parola è stata data agli ospiti venuti da lontano.




Interessantissimo l’intervento dell’ ing. Vincenzo Caprioli fisico meccanico dalla trentennale esperienza in campo (grazie alla sua consulenza il comune di Pontelatore ha vinto la causa del Tar scongiurando la costruzione dell’impianto Biomasse nel proprio territorio) che ha illustrato nel dettaglio come le micro e nanoparticelle che si formano da impianti da combustione biogas, biomasse, e ogni impianto da combustione, penetrano negli alveoli dei polmoni per attaccare il Dna ed entrare nel globulo rosso, attraverso due forme: l’aria che si respira o il cibo contaminato che si assume, per poi infiammare i nostri organi e portarci a tremende patologie. È stato appurato che le nanoparticelle, facendo parte della meccanica quantistica, hanno un comportamento imprevedibile, e che non ci sono filtri in grado di imprigionarle. Ce le ritroveremo quindi nei polmoni, nel sangue, nel cibo, nella falda acquifera, in pratica dappertutto perchè sono incontrollabili, più o meno funziona come il meccanismo della cellula del cancro che si genera e si moltiplica a dismisura.
L’Ing. Caprioli ha spiegato che questo tipo di “centrali” dovrebbe avere ciminiere altissime per consentire che il prodotto di scarto della combustione si disperda il più lontano possibile e che, già 40 anni fa, in tutta Europa si costruivano ciminiere dai 200 fino ai 400 metri poiché la ricaduta, in questo modo, si distribuiva in strati più alti dell’atmosfera non avendo una ricaduta “immediata” sul territorio circostante. E’ facile capire da questo che il fumaiolo di 7 metri che è previsto per questo progetto non è sicuramente sufficiente. Dal suo generoso, chiaro contributo scientifico, una conclusione è stata ovvia: Non occorre aspettare l’improbabile dichiarazione di nesso causale tra inquinamento ambientale e patologie tumorali e/o alterazioni genetiche per dire che la prima forma sicura di prevenzione è nel non immettere nell’aria e nell’acqua questi elementi! A seguire l’intervento del sindacalista Lino Martone che ha, posto l’accento sul fatto che l’intera nostra zona ha una ricchezza impressionante che è il fiume Volturno e che, se veramente ci serve “altra energia” basterebbe ripristinare il corretto funzionamento delle centrali idroelettriche lungo l’intero percorso del fiume, un’idea, onestamente, condivisibile. La domanda che tutti si son fatti durante la serata è stata più o meno la stessa per tutti, “perché una terra che produce il 4% dei rifiuti dell’intera provincia deve ospitare un impianto che ne smaltisce una quantità 90 volte superiore?” Sarebbe il caso di iniziare a proporre soluzioni alternative mediante la pratica di un compostaggio domestico non inquinante per salvaguardare le biodiversità e i prodotti che questa terra dell’area del Matese ancora verde e incontaminata, riesce a regalare come sostentamento al fabbisogno delle comunità… L’avvocato Tommaso Esposito esponente del Comitato contro l’inceneritore di Acerra, per la cui causa è arrivato persino alla Comunità Europea, ha ribadito che: “Per uscire da questa disastrosa situazione bisogna pensare concretamente a sostenere un altro modello di sviluppo che abbia il volano nelle eccellenze prodotte localmente per contrastare sul campo gli interessi economici delle lobby della speculazione La comunità del Matese difende il proprio territorio. Nè al Matese, nè altrove, si possono consentire ulteriori devastazioni ambientali”. Unanime è stato il parere dei cittadini e comitati presenti alla conferenza. No al Biogas! Al termine la Presidente del Movimento per la Pace insieme ad una parte dei soci del consiglio direttivo presenti, le docenti: Daniela Truocchio e Rosanna Bianco, i prof: Gino Ponsillo e Carlo Pastore e Andrea Pioltini in veste di fotoreporter, nel ringraziare gli ospiti per i contributi apportati alla manifestazione in una terra dove l’ospitalità è sacra, ha fatto dono a tutti gli ospiti intervenuti e al Comitato cittadino di Alife, rappresentato dalla giovanissima e dinamica Giulia Esposito, del gagliardetto dell’evento con su riportate queste testuali parole: “Matese è terra di Pace”, “Custodire il Creato per coltivare la Pace”. Consapevoli che senza rispetto, nè armonia tra l’uomo e l’ambiente non potrà mai esserci Pace. Il gagliardetto è stato accompagnato dal dono di alcuni prodotti tipici del territorio donati dagli Allevatori Alto Casertano (Salvatore Foglia) e Michele Flagiello( imprenditore), insieme al miele millefiori e di acacia donato da Messidoro ( Raffaele Messore) e dal pregiato vino “Cannonau” delle cantine di Luigi e Mariano Iannelli di San Michele, il tutto accompagnato con la cipolla alifana (donata da Raffaella Coluni), da poco inserita tra le eccellenze produttive agroalimentari. L’ ultimo pensiero, che si riporta di seguito in corsivo, è stata l’osservazione che gli ospiti venuti da lontano, hanno fatto notare agli organizzatori dell’evento al termine della manifestazione: “Tutti in piedi davanti a una platea vivace e interattiva…dove il Sindaco era assente (nonostante al nostro arrivo ci avesse colpito un manifesto di solidarietà dell’Amministrazione locale alle iniziative dei Comitati)!!! Apprendendo poi che il Sindaco di Alife è anche un medico… questa assenza pesa ancora di più!“
L’Ing. Caprioli ha spiegato che questo tipo di “centrali” dovrebbe avere ciminiere altissime per consentire che il prodotto di scarto della combustione si disperda il più lontano possibile e che, già 40 anni fa, in tutta Europa si costruivano ciminiere dai 200 fino ai 400 metri poiché la ricaduta, in questo modo, si distribuiva in strati più alti dell’atmosfera non avendo una ricaduta “immediata” sul territorio circostante. E’ facile capire da questo che il fumaiolo di 7 metri che è previsto per questo progetto non è sicuramente sufficiente. Dal suo generoso, chiaro contributo scientifico, una conclusione è stata ovvia: Non occorre aspettare l’improbabile dichiarazione di nesso causale tra inquinamento ambientale e patologie tumorali e/o alterazioni genetiche per dire che la prima forma sicura di prevenzione è nel non immettere nell’aria e nell’acqua questi elementi! A seguire l’intervento del sindacalista Lino Martone che ha, posto l’accento sul fatto che l’intera nostra zona ha una ricchezza impressionante che è il fiume Volturno e che, se veramente ci serve “altra energia” basterebbe ripristinare il corretto funzionamento delle centrali idroelettriche lungo l’intero percorso del fiume, un’idea, onestamente, condivisibile. La domanda che tutti si son fatti durante la serata è stata più o meno la stessa per tutti, “perché una terra che produce il 4% dei rifiuti dell’intera provincia deve ospitare un impianto che ne smaltisce una quantità 90 volte superiore?” Sarebbe il caso di iniziare a proporre soluzioni alternative mediante la pratica di un compostaggio domestico non inquinante per salvaguardare le biodiversità e i prodotti che questa terra dell’area del Matese ancora verde e incontaminata, riesce a regalare come sostentamento al fabbisogno delle comunità… L’avvocato Tommaso Esposito esponente del Comitato contro l’inceneritore di Acerra, per la cui causa è arrivato persino alla Comunità Europea, ha ribadito che: “Per uscire da questa disastrosa situazione bisogna pensare concretamente a sostenere un altro modello di sviluppo che abbia il volano nelle eccellenze prodotte localmente per contrastare sul campo gli interessi economici delle lobby della speculazione La comunità del Matese difende il proprio territorio. Nè al Matese, nè altrove, si possono consentire ulteriori devastazioni ambientali”. Unanime è stato il parere dei cittadini e comitati presenti alla conferenza. No al Biogas! Al termine la Presidente del Movimento per la Pace insieme ad una parte dei soci del consiglio direttivo presenti, le docenti: Daniela Truocchio e Rosanna Bianco, i prof: Gino Ponsillo e Carlo Pastore e Andrea Pioltini in veste di fotoreporter, nel ringraziare gli ospiti per i contributi apportati alla manifestazione in una terra dove l’ospitalità è sacra, ha fatto dono a tutti gli ospiti intervenuti e al Comitato cittadino di Alife, rappresentato dalla giovanissima e dinamica Giulia Esposito, del gagliardetto dell’evento con su riportate queste testuali parole: “Matese è terra di Pace”, “Custodire il Creato per coltivare la Pace”. Consapevoli che senza rispetto, nè armonia tra l’uomo e l’ambiente non potrà mai esserci Pace. Il gagliardetto è stato accompagnato dal dono di alcuni prodotti tipici del territorio donati dagli Allevatori Alto Casertano (Salvatore Foglia) e Michele Flagiello( imprenditore), insieme al miele millefiori e di acacia donato da Messidoro ( Raffaele Messore) e dal pregiato vino “Cannonau” delle cantine di Luigi e Mariano Iannelli di San Michele, il tutto accompagnato con la cipolla alifana (donata da Raffaella Coluni), da poco inserita tra le eccellenze produttive agroalimentari. L’ ultimo pensiero, che si riporta di seguito in corsivo, è stata l’osservazione che gli ospiti venuti da lontano, hanno fatto notare agli organizzatori dell’evento al termine della manifestazione: “Tutti in piedi davanti a una platea vivace e interattiva…dove il Sindaco era assente (nonostante al nostro arrivo ci avesse colpito un manifesto di solidarietà dell’Amministrazione locale alle iniziative dei Comitati)!!! Apprendendo poi che il Sindaco di Alife è anche un medico… questa assenza pesa ancora di più!“
A breve sarà pubblicato il video della manifestazione.
-Per tutte le presenze alla manifestazione e ringraziamenti collegarsi a questo link (cliccare qui sopra)
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