Le azioni della Nonviolenza
“Fermatevi! La
guerra è una follia”.
Prima di parlare di guerra, si parli di PACE!
Invito ad aderire alla Marcia straordinaria per la Pace Perugia Assisi
del 24 Aprile 2022
Di fronte a un’aggressione ingiustificata come quella russa nei confronti dell’Ucraina è necessario prendere una posizione chiara ed esplicita a fianco dell’Ucraina. Ciò è possibile, aiutando la popolazione civile con supporto materiale e morale, come fanno le ong e le organizzazioni di cooperazione impegnate nella risposta all’emergenza umanitaria, ma anche come ha fatto l’Unione Europea imponendo sanzioni e sequestrando patrimoni ai sostenitori del regime russo, e boicottandone le istituzioni o aiutando tutte le persone sfollate a trovare una nuova casa.
Chi aiuta i profughi a trovare una sistemazione,
manifesta concretamente la propria solidarietà. Non è pacifista chi si dice a
favore dellapace, ma chi fa qualcosa
di concreto per costruire Pace. Ridurre la questione in una logica binaria
tra pacifisti e guerrafondai, tra sostenitori delle ragioni delle armi e
oppositori del loro uso, tra chi è favorevole all’aumento delle spese militari
e chi vorrebbe una loro diminuzione, rischia di essere fuorviante. Bisogna
uscire da queste contrapposizioni.
Due pensieri sono da evitare. Il primo è il senso di impotenza: non possiamo far nulla. L’altro è il senso di onnipotenza:
possiamo fermare questa guerra. In mezzo a questi pensieri c’è uno spazio di
azione . E’ in questo spazio che si inserisce l’iniziativa di pace dell’ azione civile nonviolenta. Nessuna
opposizione alla guerra è credibile se non si attiva una testimonianza diretta.
Chi si considera nonviolento non è un’anima bella che
immagina un mondo ideale privo di conflitti, e si sottrae persino all’idea di
prendere posizione di fronte ad essi. Il nonviolento vede con chiarezza la
dinamica dei conflitti, prende una posizione ferma contro l’ingiustizia, contro
l’aggressore e dalla parte dell’aggredito, ma cerca tutti i modi possibili per
scongiurare un’inutile escalation del conflitto, esplorando le possibili
soluzioni precedenti e alternative alla guerra. La nonviolenza presuppone una
superiorità morale di chi rifiuta di combattere, rispetto a chi sceglie di
lottare.
I cittadini comuni che vogliono sostenere la causa
dell’aggredito in maniera pacifica non hanno altra arma che sé stessi. Possono
impegnarsi attivamente per promuovere discussione e consapevolezza,
pubblicizzare sui social azioni di Pace, scrivere articoli sui giornali, in
maniera equilibrata, senza abdicare mai al dovere di sostenere le ragioni
dell’aggredito contro l’aggressore.
Possono finanziare gli aiuti personalmente, o attivarsi direttamente
nella solidarietà e nell’ospitalità. Costruire all’interno delle coscienze di
ciascuno quel rifiuto morale verso la guerra e la violenza. Possono fare anche
altro.
Siamo, davvero contro la guerra e a favore della Pace?
Testimoniamolo. La sola possibilità che abbiamo, se vogliamo che tacciano le
armi, è il nostro corpo. Usiamolo. Andiamo a praticarla, questa solidarietà,
questo impegno attivo contro la guerra e contro l’ingiustizia: con una grande
marcia della Pace che coinvolga milioni di cittadini europei, che si mettano in
cammino verso l’Ucraina, e poi verso la Russia (ma anche dentro l’Ucraina, e dentro
la Russia). Sostenuti dalle organizzazioni della solidarietà transnazionale. Sfidando
le bombe con la civiltà, con la forza del dialogo e della testimonianza
personale.
Coloro che sostengono la nonviolenza assoluta come
strategia per difendersi sono stati sempre ridicolizzati compatiti come
visionari. Se invece ci fosse stata
un’educazione di massa alla resistenza nonviolenta, l’umanità già da tempo
avrebbe conosciuto l’era della pace.
"L’ “Educazione alla Pace” è un percorso
prioritario che parte dalle scuole, in sinergia con il lavoro familiare,
parrocchiale, in sinergia con le Istituzioni politiche e a seguire
nell’associazionismo, nelle comunità territoriali ed infine ovunque si opera. Non si
può pensare ad insegnare la storia nelle scuole se non si insegna prima la Pace
che è azione nonviolenta, condizione necessaria per
contrastare e scongiurare tutti i
mali e gli orrori causati dalle guerre.
Se ci fosse stata questa educazione non saremmo arrivati a questo punto così
critico della storia dal quale non sapremo se, e in che condizioni ne usciremo
fuori”. Alcuni giorni fa, 66 pulmini e 159 organizzazioni, da tutta Italia,
dalla piccola associazione locale a quelle più numerose, realtà di ispirazione
religiosa e di natura laica, sono partiti per l’Ucraina. Un mondo di
solidarietà trasversale alle appartenenze politiche o di fede, accomunate dal
medesimo obiettivo: fermare la guerra. Adesso!
Dire «mai più guerra» non è utopismo ingenuo. Semmai è
la constatazione, fin troppo realistica, che lo scontro armato aggrava invece
di risolvere i problemi esistenti.
Bisogna «trasformare la nonviolenza in prassi
politica».
Non c’è altra via al di fuori della Pace.
Pace e
piedi, questi due concetti anche nell’etimologia sono legati. In entrambi si riconosce la radice indoeuropea che
indica ciò che è stabile, fisso, solido. All’estremo opposto la guerra come la mischia e il caos cruento. Non
sorprende, dunque, che fin dagli esordi, il Movimento per la Pace abbia scelto
il “camminare” come prima forma di espressione. Fu proprio Gesù ad insegnare il
cammino, ovvero l’azione diretta. Si legge nel Vangelo che si metteva in
cammino per portare a tutti il messaggio di Pace e di liberazione da ogni
oppressione. Il Mahatma Gandhi ( che
aveva imparato proprio dall’esempi di Gesù), nel 1930, sfidò l’impero
britannico chiedendo agli indiani di mettersi in moto, con la grande “Marcia
del sale”. Marthin Luther King altrettanto, seguendo l’esempio di Gesù, mentre
negli USA erano in vigore le leggi razziali,
organizzò nel 1963 la grande Marcia su Washington per la difesa dei
diritti e della libertà del popolo di colore. Scelte ciclicamente riproposte,
nei decenni successivi. È sufficiente ricordare le manifestazioni contro il
conflitto in Vietnam o nel Golfo, la
carovana di Sarajevo proposta dall’allora vescovo don Tonino Bello Presidente
di Pax Christi Italia, a cui partecipò anche don Albino Bizzotto, fondatore dei
“Beati i Costruttori di Pace”, e in Italia, la tradizionale Marcia
Perugia-Assisi, ideata da Aldo Capitini. Toccando con i piedi la strada si
impara l’HUMILITAS, si permette al mondo di entrare dentro di noi , camminando insieme
come un popolo intero. Il «popolo della Pace» insomma, cammina nel quotidiano, con
la “Fiaccola” accesa, insieme ai giovani delle scuole, alle Istituzioni e ai
cittadini di buona volontà che ci credono, non solo nei grandi raduni che pure,
in momenti come questo attuale, sono importanti.
Un universo di persone, associazioni, gruppi che si spendono, ogni giorno, per
edificare la Pace attraverso l’impegno per il disarmo, l’abolizione delle armi
nucleari, il contenimento delle spese militari.
Domenica 24
aprile si svolge la Marcia PerugiAssisi della Pace e della fraternità. Una marcia straordinaria per dire, assieme con Papa
Francesco: “Fermatevi! La guerra è una
follia”.
La nonviolenza, dunque, è tutt’altro che passiva. È un
moto incessante, ostinato, caparbio perché non ci si può rassegnare alla falsa
soluzione della guerra. Popolo della Pace unitevi e marciamo compatti!
Movimento Internazionale per la Pace e la
Salvaguardia del Creato III Millennio prov. Caserta, Campania – Italy
(Ente promotore della storica
mobilitazione della “Fiaccola della Pace”
dedicata ai percorsi della memoria storica dei 100 anni di guerre, Marcia
per la Pace itinerante che attraversa a tappe comune per comune. svolta in
sinergia con le scuole, gli Enti Locali e associazioni.
Per info: https://movimentopaceambasciatori.blogspot.it
/ movimentoperlapace2@yahoo.it
Pagina ufficialedell’eventosu fb: https://www.facebook.com/fiaccoladellapace3millennio/
)
Nessun commento:
Posta un commento