Togliere la guerra dalla storia!
Intervista a
Gino Strada ( a cura di Milena Gentili )
Gino Strada, medico e attivista. Fonda l’associazione umanitaria Emergency, che da anni opera in territori di guerra a sostegno delle vittime dei conflitti. Nel corso della sua attività, Emergency ha soccorso oltre sette milioni di persone. Con Gino Strada parliamo di nonviolenza e possibilità di pace.
Una delle espressioni che più riescono a descrivere questi anni è quella del Santo Padre: stiamo vivendo una “terza guerra mondiale a pezzi”.
Secondo lei, a questo punto, bisogna “accontentarsi” di conquistare una pace “a pezzi”? Ci racconta un pezzettino di pace di Emergency?
Chiamarli pezzettini di pace sarebbe un po’ presuntuoso. Quello che noi facciamo è curare, con professionalità ed affetto, le persone, le vittime della guerra. Questo è un messaggio positivo e possiamo azzardare a chiamarlo messaggio di pace ma è quello che cerchiamo di portare avanti da oltre ventidue anni e che ci ha permesso di curare oltre sette milioni di persone. Purtroppo il nostro è un lavoro necessario.
Il 2016 si è ormai concluso e siamo ancora qui a parlare di pace. Come mai? Non crede sia il caso che si inizino a prendere provvedimenti più concreti? Quali secondo lei?
Credo che bisognerebbe smettere di parlare di pace perché troppo generico. Troppe persone sono per la pace ma non vanno oltre, non concretizzano il pensiero che hanno. Se si vuole la pace va fatta una cosa molto semplice: capire cosa è la guerra e toglierla dalla nostra storia. Abolire la guerra è il primo passaggio per avere un mondo in pace, finché esisterà questa opzione violenta è inevitabile, come dimostrano le cronache, che molti vi ricorrano.
Nonviolenza, tema centrale del messaggio del Papa. Nato come un valore prettamente religioso (Matteo 26,52), viene ripreso da Tolstoj, Gandhi e Martin Luther King. Un valore trasversale, un precetto religioso e una scelta consapevole e laica?
La nonviolenza è un dato fondamentale tanto in campo religioso che laico. Se si riflette sulla guerra, sul terrorismo capiamo subito cosa hanno in comune: l’uso della violenza, la scelta di soppressione di altri esseri umani. Bisogna recuperare il valore etico della nonviolenza come condizione di vita, perché è l’unica maniera con cui si riesce a consentire veramente una convivenza sociale civile e fraterna.
La violenza è un attentato all’integrità fisica e mentale, quindi alla dignità umana.