"Ormai è chiaro: soluzioni parziali non servono! Vanno dati all'esercito ordini chiari: rimuovere la minaccia dei missili e schiacciare la testa del serpente. Non 'quasi', non 'all'incirca', ma fino in fondo". Leggendo le parole di Yisrael Katz, ministro israeliano dei Trasporti, non si hanno
molti dubbi sulle intenzioni di Israele: andare avanti, proseguire con gli attacchi aerei e prepararsi a tutto, invasione terrestre inclusa. Una posizione ribadita anche dal premier Benjamin Netanyahu, che in un comunicato ha promesso di "intensificare ulteriormente gli attacchi contro Hamas e gli altri gruppi". "L'esercito è pronto a tutte le eventualità", si legge nel comunicato. "Hamas pagherà un caro prezzo per questi razzi lanciati sulla popolazione civile. La sicurezza degli israeliani è primordiale e quest'operazione proseguirà fino a quando i lanci di razzi verso le località israeliane non si saranno fermati e sarà tornata la calma". Una calma che, almeno per il momento, sembra estremamente lontana, con due delle decine di razzi palestinesi lanciati su Israele che sono caduti nella regione di Haifa, a 85 km da Tel Aviv."L'offensiva di terra potrebbe esserci molto presto. Ma se i razzi da Gaza si fermeranno stanotte, non ci sarà alcuna offensiva di terra" afferma il presidente israeliano Shimon Peres, secondo quanto riporta la Cnn.
La domanda che molti si stanno ponendo, in queste ore, è: fino a che punto vuole arrivare davvero Israele? Secondo l'analisi dell'influente quotidiano israeliano Haaretz, è difficile prevedere le mosse di Netanyahu e del suo governo perché Israele sta agendo sotto la spinta di una crescente frustrazione. Israele - osserva il quotidiano - non vorrebbe un confronto sul terreno (che sarebbe senz'altro sanguinoso e impopolare), ma in mancanza di una exit strategy è verosimile che le ostilità si intensificheranno. Per Haaretz, ad accrescere la frustrazione di Israele è la consapevolezza che Hamas - rispetto al novembre del 2012, quando partì l'operazionePilastro della Difesa - è oggi molto più forte e ha sviluppato una maggiore cautela. I suoi leader, infatti, sono per lo più al sicuro nei bunker, e la sua riserva di razzi è molto più nutrita: secondo fonti di intelligence, l'organizzazione palestinese dispone oggi di diverse centinaia di razzi capaci di raggiungere Tel Aviv, alcuni dei quali nascosti "molto bene".
Centosessanta raid aerei in una notte. In 36 ore di operazione, almeno 35 morti (anche minorenni) e oltre 200 feriti (tra cui numerosi bambini). I numeri di Protective Edge, l'operazione militare avviata ieri da Israele sulla Striscia di Gaza, fanno già paura. Questa mattina un drone israeliano ha colpito due uomini che viaggiavano in motocicletta a Beit Lahiya, non lontano dalla frontiera con Israele, uccidendone uno e ferendone un altro. Uccisi stamane anche due militanti di Hamas, che hanno perso la vita insieme a cinque loro familiari.
"La campagna militare contro Hamas si estenderà nei prossimi giorni", ha dichiarato oggi il ministro della Difesa, Moshe Yaalon, assicurando che il movimento palestinese "pagherà caro" il lancio di razzi contro il territorio israeliano. "La campagna contro Hamas si estenderà ancora nei prossimi giorni e l'organizzazione la pagherà cara", ha detto Yaalon, citato dal Jerusalem Post. "Questa è una campagna che non finirà presto e noi dobbiamo continuare ad avere forza e pazienza", ha concluso. "Continueremo a colpire Hamas e le altre organizzazioni terroristiche dal cielo, dal mare e da terra per garantire la sicurezza ai cittadini israeliani".
"La scorsa notte sono stati colpiti 160 obiettivi nella Striscia di Gaza, che portano a 430 il numero di quelli colpiti dall'inizio dell'operazione 'confine di protezione'", ha detto il portavoce dell'esercito israeliano, il generale Moti Almoz. Il generale ha precisato che tra gli obiettivi colpiti nella notte figurano 120 siti di lancio di razzi, 10 posti di comando di Hamas, "numerosi tunnel", due abitazioni di "leader militari di Hamas, così come "uffici del ministero dell'Interno e del Servizio di sicurezza nazionale di Hamas". Secondo la stampa israeliana, negli attacchi è rimasto ucciso un alto esponente dell'ala militare del movimento palestinese per la jihad islamica, Hafez Hamad, mentre è sfuggito ai missili israeliani il leader delle brigate Ezzedin al-Qassam a Rafah, Raed al-Atar.
Fonti mediche palestinesi citate dalla stampa israeliana hanno riferito di almeno 25 morti e oltre 150 feriti nel primo giorno dell'operazione nella Striscia. L'attacco più sanguinoso è stato messo a segno contro un'abitazione della città di Khan Yunis, nel sud del territorio palestinese, in cui sono morte otto persone, tra cui un bambino di 8 anni e due adolescenti, e altre 25 sono rimaste ferite.
Già stamattina due razzi sono stati intercettati dal sistema di difesa israeliano Iron Dome su Tel Aviv, dove sono risuonate le sirene. Poco dopo due razzi palestinesi sparati dalla Striscia si sono abbattuti al largo della città di Haifa, situata ad meno di 90 chilometri a nord di Tel Aviv. È la prima volta che dei razzi palestinesi raggiungono il grande porto israeliano del nord, che si trova a più di 160 chilometri da Gaza. I lanci sono stati rivendicati poco dopo dalle brigate Ezzedin al-Qassam, ala militare di Hamas a Gaza.
Secondo le forze armate dello Stato ebraico, sono 225 i razzi dalla Striscia dall'inizio dell'operazione partita lunedì notte. Circa 40 di questi sono stati intercettati dal sistema anti missili Iron Dome. Ieri le sirene nel centro di Israele hanno suonato per la prima volta dall'operazione Pilastro di Difesa nel 2012.
Il portavoce del ministero degli Esteri egiziano, Bade Abdel Ati, ha espresso la preoccupazione del governo del Cairo per l'escalation di violenza in corso nella Striscia di Gaza. Intervistato dal quotidiano al-Masry al-Youm, Ati ha spiegato che "il governo egiziano ha chiesto a israeliani e palestinesi di rispettare gli accordi per una tregua sottoscritti nel 2012, e di ritornare alle trattative per evitare nuovi morti".
Il capo del Centro palestinese per i Diritti Umani di Gaza, Raji Sourani, ha accusato Israele di puntare deliberatamente a colpire i civili. "Non ci sono cieli sicuri in questo posto - ha detto alla Bbc - Ancora una volta i civili palestinesi sono nell'occhio del ciclone e stanno pagando un prezzo altissimo. Gli israeliani [...] cercano di fare pressioni sui gruppi di militanti colpendo i civili".(Fonte: http://www.huffingtonpost.it/2014/07/09/israele-protective-edge_n_5569632.html?utm_hp_ref=italy)
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