giovedì 19 luglio 2007

Per la Pace e la Legalità. XVmo anniversario strage di Via D'Amelio. In Memoria del giudice Paolo Borsellino & c.


19 LUGLIO 1992 - 19 LUGLIO 2007:
XV° ANNIVERSARIO DELLA STRAGE DI VIA D'AMELIO


http://www.agneseginocchio.it/Recensioni/Borsellino-Falcone.htm

«La lotta alla mafia (primo problema da risolvere nella nostra terra,
bellissima e disgraziata) non doveva essere soltanto una distaccata
opera di repressione, ma un movimento culturale e morale, anche
religioso, che coinvolgesse tutti, che tutti abituasse a sentire la
bellezza del fresco profumo di libertà che si contrappone al puzzo del
compromesso morale, dell'indifferenza, della contiguità e quindi della
complicità»
- Paolo Borsellino, 23 giugno 1992 -


«Sono morti per tutti noi. Abbiamo un grande debito verso di loro e
dobbiamo pagarlo gioiosamente, continuando la loro opera, facendo il
nostro dovere, collaborando con la giustizia, testimoniando i valori in
cui crediamo, in cui dobbiamo credere. Accettando in pieno questa
gravosa e bellissima eredità di spirito».
Così Paolo Borsellino ricordava Giovanni Falcone, Francesca Morvillo,
gli uomini della scorta Antonio Montinari, Vito Schifani, Rocco Di
Cillo, vittime della strage mafiosa di Capaci.
Meno di due mesi dopo, il 19 luglio 1992, Borsellino venne ucciso
nell'attentato di via D'Amelio insieme agli agenti Agostino Catalano,
Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina, Claudio Traina.
«Continuare la loro opera, fare il nostro dovere»: in occasione del
quindicinale della strage di via D'Amelio, il 19 luglio 2007, Libera
insieme alle 1300 realtà che ne fanno parte vuole testimoniare una volta
di più che le parole di Paolo Borsellino hanno seminato impegno e
speranza.
E nell'affettuosa vicinanza ai familiari di tutte le vittime di mafia,
invita i gruppi e le associazioni a rilanciare un impegno
antimafia capace d'incidere a livello sociale, culturale, educativo,
politico.
In nome di quella "bellissima e gravosa eredità di spirito" che continua
a smuovere le coscienze, "morso del più" che produce cambiamento e fa
sperare davvero in un futuro nel segno della giustizia.

Luigi CIOTTI Libera

GIOVANNI FALCONE, PAOLO BORSELLINO, ANTONINO CAPONNETTO. GIUDICI antimafia per la LEGALITA' e la PACE



UN URLO PER L’ ITALIA E PER LA COSTITUZIONE
martedì 20 giugno 2006.

UNA PREGHIERA LAICA MA FERVENTE


di Antonino CAPONNETTO*

Queste sono le parole di un vecchio ex magistrato che e’ venuto nello spazio di due mesi due volte a Palermo con il cuore a pezzi a portare l’ultimo saluto ai suoi figli, fratelli e amici con i quali ho diviso anni di lavoro di sacrificio di gioia, anche di amarezza. Soltanto poche parole per un ricordo, per un doveroso atto di contrizione che poi vi diro’ e per una preghiera laica ma fervente.

Il ricordo e’ per l’amico Paolo, per la sua generosita’, per la sua umanita’, per il coraggio con cui ha affrontato la vita e con cui e’ andato incontro alla morte annunciata, per la sua radicata fede cattolica, per il suo amore immenso portato alla famiglia e agli amici tutti. Era un dono naturale che Paolo aveva, di spargere attorno a se’ amore. Mi ricordo ancora il suo appassionato e incessante lavoro, divenuto frenetico negli ultimi tempi, quasi che egli sentisse incombere la fine. Ognuno di noi e non solo lo Stato gli e’ debitore; ad ognuno di noi egli ha donato qualcosa di prezioso e di raro che tutti conserveremo in fondo al cuore, e a me in particolare mancheranno terribilmente quelle sue telefonate che invariabilmente concludeva con le parole: "Ti voglio bene Antonio" ed io replicavo "Anche io ti voglio bene Paolo".

C’e’ un altro peso che ancora mi opprime ed e’ il rimorso per quell’attimo di sconforto e di debolezza da cui sono stato colto dopo avere posato l’ultimo bacio sul viso ormai gelido, ma ancora sereno, di Paolo. Nessuno di noi, e io meno di chiunque altro, puo’ dire che ormai tutto e’ finito.

Pensavo in quel momento di desistere dalla lotta contro la delinquenza mafiosa, mi sembrava che con la morte dell’amico fraterno tutto fosse finito. Ma in un momento simile, in un momento come questo coltivare un pensiero del genere, e me ne sono subito convinto, equivale a tradire la memoria di Paolo come pure quella di Giovanni e di Francesca.

In questi pochi giorni di dolore trascorsi a Palermo che io vi confesso non vorrei lasciare piu’, ho sentito in gran parte della popolazione la voglia di liberarsi da questa barbara e sanguinosa oppressione che ne cancella i diritti piu’ elementari e ne vanifica la speranza di rinascita. E da qui nasce la mia preghiera dicevo laica ma fervente e la rivolgo a te, presidente, che da tanto tempo mi onori della tua amicizia, che e’ stata sempre ricambiata con ammirazione infinita. La gente di Palermo e dell’intera Sicilia, ti ama presidente, ti rispetta, e soprattutto ha fiducia nella tua saggezza e nella tua fermezza. Paolo e’ morto servendo lo Stato in cui credeva cosi’ come prima di lui Giovanni e Francesca. Ma ora questo stesso Stato che essi hanno servito fino al sacrificio, deve dimostrare di essere veramente presente in tutte le sue articolazioni, sia con la sua forza sia con i suoi servizi. E’ giunto il tempo, mi sembra, delle grandi decisioni e delle scelte di fondo, non e’ piu’ l’ora delle collusioni degli attendismi dei compromessi e delle furberie, e dovranno essere, presidente, dovranno essere uomini credibili, onesti, dai politici ai magistrati, a gestire con le tue illuminate direttive questa fase necessaria di rinascita morale: e’ questo a mio avviso il primo e fondamentale problema preliminare ad una vera e decisa lotta alla barbarie mafiosa. Io ho apprezzato le tue parole, noi tutti le abbiamo apprezzate, le tue parole molto ferme al Csm dove hai parlato di una nuova rinascita che e’ quella che noi tutti aspettiamo, e laddove anche con la fermezza che ti conosco hai giustamente condannato, censurato, quegli errori che hanno condotto martedi’ pomeriggio a disordini che altrimenti non sarebbero accaduti perche’ nessuno voleva che accadessero.

Solo cosi’ attraverso questa rigenerazione collettiva, questa rinascita morale, non resteranno inutili i sacrifici di Giovanni, di Francesca, di Paolo e di otto agenti di servizio. Anche a quegli agenti che hanno seguito i loro protetti fino alla morte va il nostro pensiero, la nostra riconoscenza, il nostro tributo di ammirazione. Tra i tanti fiori che ho visto in questi giorni lasciati da persone che spesso non firmavano nemmeno il biglietto come e’ stato in questo caso, ho visto un bellissimo lilium, splendido fiore il lilium, e sotto c’erano queste poche parole senza firma: "Un solo grande fiore per un solo grande uomo solo". Mi ha colpito, presidente, questa frase che mi e’ rimasta nel cuore e credo che mi rimarra’ per sempre.

Ma io vorrei dire a questo grande uomo, diletto amico, che non e’ solo, che accanto a lui batte il cuore di tutta Palermo, batte il cuore dei familiari, degli amici, di tutta la Nazione. Caro Paolo, la lotta che hai sostenuto fino al sacrificio dovra’ diventare e diventera’ la lotta di ciascuno di noi, questa e’ una promessa che ti faccio solenne come un giuramento. [( di Agnese: Una lotta per la PACE, contro tutte le mafie!!!!)]

* La "preghiera laica ma fervente" fu pronunciata da Antonino Caponnetto ai funerali di Paolo Borsellino il 24 luglio 1992 a Palermo, presente il Presidente della Repubblica Scalfaro

(da: VOCI E VOLTI DELLA NONVIOLENZA. Supplemento settimanale del martedi’ de "La nonviolenza e’ in cammino" Numero 24 del 30 maggio 2006).

(Fonte da Voce di fiore: http://www.lavocedifiore.org/SPIP/article.php3?id_article=853 )

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Altre info:

1)L' ultima intervista fatta a Paolo Borsellino, 48h prima che venisse ucciso il giudice Giovanni Falcone
2) Parte della lezione sulla mafia tenuta dala giudice Paolo Borsellino nel 1989 a bassano Del Grappa

La Strage di via d'Amelio (19 luglio 1992 alle ore 16,58) fu un attentato di stampo mafioso operato il 19 luglio 1992 a Palermo in cui persero la vita il giudice antimafia Paolo Borsellino e la sua scorta. L'attentato segue di pochi mesi quello contro l'altro giudice Giovanni Falcone, segnando uno dei momenti più tragici nella lotta alla mafia.

Una Fiat 126 imbottita di tritolo esplose in Via d'Amelio, strada in cui viveva la madre di Borsellino, dalla quale quella domenica il giudice si era recato in visita.

A detta degli agenti di scorta via d'Amelio era una strada pericolosa, tanto che era stato anche chiesto di mettere una zona di rimozione davanti alla casa: la richiesta però non fu accolta dal comune di Palermo.

Oltre a Paolo Borsellino morirono gli agenti di scorta Agostino Catalano (caposcorta), Emanuela Loi (prima donna a far parte di una scorta), Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cusina e Claudio Traina. L'unico sopravvissuto è Antonino Vullo. La bomba venne radiocomandata a distanza ma ancora oggi non si è fatta chiarezza su come venne organizzata la strage, nonostante il giudice sapesse di un carico di esplosivi arrivato a Palermo appositamente per lui.

Come spesso avviene nei fatti di Stato italiani, c'è un particolare più inquietante di tutti gli altri: l'agendina rossa di Borsellino non venne ritrovata, probabilmente sottratta da qualche investigatore giunto tra i primi sul posto.

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Omaggio a Paolo Borsellino e Giovanni Falcone

http://www.educational.rai.it/mat/ri/rifalbor.asp

"Non ho mai chiesto di occuparmi di mafia. Ci sono entrato per caso. E poi ci sono rimasto per un problema morale. La gente mi moriva attorno". Paolo Borsellino

19 luglio 1992: alle ore 16,58 la violentissima esplosione di un'autobomba, parcheggiata in via D'Amelio, a Palermo, uccide Paolo Borsellino, Procuratore aggiunto presso la Procura distrettuale della Repubblica di Palermo e gli agenti di scorta Claudio Traina, Emanuela Loi, Agostino Catalano, Vincenzo Li Muli e Eddie Walter Cosina.

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http://www.educational.rai.it/mat/ri/rifalbor.asp

"Gli uomini passano, le idee restano, restano le loro tensioni morali, continueranno a camminare sulle gambe di altri uomini".Giovanni Falcone.

23 maggio 1992: Giovanni Falcone, direttore degli affari penali del ministero di Grazia e Giustizia e candidato alla carica di Superprocuratore Antimafia, è appena atterrato all'aeroporto di Punta Raisi con la moglie Francesca Morvillo, magistrato anche lei.
Alle ore 17:58, sull'autostrada Trapani-Palermo, nei pressi di Capaci, una tremenda deflagrazione li uccide, insieme agli uomini della scorta, Antonio Montinaro, Vito Schifani e Rocco di Cillo.

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Vedi articolo correlato:

Premio nazionale Legalità: "Paolo Borsellino"

promosso da associazione "Società civile onlus" (Abruzzo) in collaborazione con Libera contro le mafie (Abruzzo), presidenza consiglio regionale( Abruzzo).

http://www.premioborsellino.it

Segue programma ( in evoluzione) dell' edizione 2007. Prevista la partecipazione della cantautrice per la Pace Agnese Ginocchio

http://www.premioborsellino.it/programma2007.pdf

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Vedi altro articolo correlato:

"PER NON DIMENTICARE "

(di Agnese Ginocchio) Dedicata alle vittime delle stragi di Capaci e di via D'Amelio.

"Ai giudici Borsellino & Falcone "

e a tutte le vittime delle mafie (don Peppe Diana, don Pino Puglisi, on. Francesco Fortugno...etc..etc..)

Foto: Agnese consegna un suo scritto (leggi di seguito link)dedicato ai giudici Falcone- Borsellino e alle vittime di tutte le mafie)a "Maria Falcone"( sorella del giudice Giovanni Falcone). Anno 2006

Leggi quì: http://www.agneseginocchio.it/Recensioni/In_Memoria_Falcone_Borsellino_Vittime_stragi.htm

Agnese insieme a personaggi impegnati per la Legalità alla Manifestazione Premio Benemerenza: "Legalità è Pace"(Bellona-Caserta) Ottobre 2007. Foto1: Da sx: Franco Falco, presidente Ass. Deasport onlus promotrice dell'evento; Silvana Fucito, donna Coraggio ( ass. antiracket San Giovanni Napoli); Agnese Ginocchio, cantautrice e donna per la Pace;
Foto2 da sx: Agnese Ginocchio; don Luigi Merola, sacerdote anticamorra di Forcella - Napoli; Franco Falco e Giancarlo Della Cioppa, sindaco di Bellona(Ce).

Leggi lettera riguardante la: Composizione poetica di un amico "Franco Callegaro" di Adria (Ro) inviata ad Agnese in data 20 Marzo 2006 ( parte 1)

Foto 1: don Giorgio Pisano, don Luigi Ciotti, Agnese Ginocchio e Alex Zanotelli. Manifestaaione Marcia per la legalità.Portici(Napoli)

Foto 2: Locri(Cosenza) marcia antimafia del 4 novembre 2005. Agnese Ginocchio, per la Pace e la Legalità a Locri; insieme a Mons. Giancarlo Bregantini, vescovo antimafia di Locri

Leggi lettera riguardante la: Composizione poetica di un amico "Franco Callegaro" di Adria (Ro) inviata ad Agnese in data 20 Marzo 2006 ( parte 1)

Segue composizione poetica dedicata ai ragazzi di Locri e sulla marcia antimafia: Composizione poetica di un amico "Franco Callegaro" di Adria (RO), inviata ad Agnese ( parte 2)