mercoledì 12 ottobre 2016

I percorsi della Memoria storica. Grande Guerra. Guerra del Volturno. Il 13 Ottobre del 1943, alle ore 12:10, la città di Alife fu bombardata dalle truppe alleate.

Il 13 Ottobre del 1943, alle ore 12:10, la città di Alife( in provincia di Caserta)dopo il primo bombardamento avvenuto il giorno 9 nei pressi della stazione che colpì per sbaglio delle abitazioni uccidendo 7 persone, appartenenti alle famiglie Melillo, Pisaturo, D' Allestro e altre,  fu nuovamente bombardata dalle truppe alleate. I piedimontesi, molti dei quali si erano rifugiati sul Cila, assistettero attoniti al massiccio bombardamento di Alife, da cui si sollevavano sinistre colonne di fumo, il paese fratello andava in gran parte distrutto! Fra i tedeschi un interprete inviperito e
scalmanato, ordinò vari saccheggi a case e negozi: era un italiano di Perugia, il cui genitore, squadrista, era stato ucciso dagli antifascisti dopo il 25 luglio. Ora voleva vendicarsi di tutti. (Tratto da Piedimonte Matese di D.B. Marrocco, ed. ASMV, 1980). Foto 1: Archivio storico bombardamento su Alife a cura di Loreto Parisi. L’intero centro abitato venne raso al suolo dalla squadriglia B26 delle forze aeree americane, uccidendo ben ottanta persone. Il bombardamento nel centro storico di Alife da parte delle truppe alleate avvenne il 13 ottobre del ’43, in pieno secondo conflitto mondiale. Quell’evento causò la morte di 80 persone e numerosissimi di feriti. Fra i deceduti l’allora parroco don Antonino De Lellis, che non fece in tempo per scappare, 500 circa le famiglie colpite. Nella convinzione che nella città fossero ancora stanziate le truppe tedesche dirette al fronte di Cassino, le truppe alleate continuarono a bombardare. "Solo dopo si scoprì che fu solo un tragico errore". Molte le testimonianze di quel bombardamento da parte dei superstiti, fra questi il Sign. Luigi ZAZZARINO di Alife ( nella foto 2 davanti all'Albero della
Pace, il "Monumento vivo" dedicato alla memoria e a tutti i caduti della guerra, che fu piantato durante lo storico passaggio della Fiaccola della Pace) che ancora oggi a 73 anni dal tragico evento ne ricordano con dolore ed orrore le ferite. Ci sarebbe stata una ecatombe umana se la popolazione alifana non fosse fuggita alla frazione San Michele di Alife già dal 9 ottobre. Una bomba cadde in un ricovero pieno di donne e bambini, ma fortunatamente il meccanismo di esplosione si inceppò. E in che pessime condizioni igieniche fu costretta a convivere per giorni e giorni la popolazione rifugiatasi sopra la vicina collina di San Michele. “Ammucchiati e nascosti nelle stalle, costretti a stare al buio e convivere insieme ad animali, insetti, pidocchi, cimici e scarafaggi, da sembrare noi stessi delle miserie umane. Quei luoghi si trasformarono in ghetti. L’aria era divenuta irrespirabile, nauseabonda, che a stento si riusciva a tirare un respiro. La fame ci assaliva, non c’era nulla da mangiare. Eravamo spaventati a morte, il rumore delle bombe che giungeva da Alife si ripercuoteva forte nelle nostre teste come un martello assordante, ci sembrava di impazzire, ogni bomba che cadeva provocava lo spostamento della terra sotto i nostri piedi, come se fosse un terremoto dalla forte intensità; il terrore ci assaliva, non si riusciva a riposare. Gridavamo "Basta!" , "Basta!" Contavamo i giorni per rivedere la luce del sole, perché la nostra vita ritornasse alla normalità". Riferisce il Sign. Zazzarino. Queste alcune delle dolorose testimonianze raccontate dai nostri genitori e nonni, in quegli anni giovanissimi. "Quando il 13 ottobre 1943 una squadriglia B26 delle forze aeree americane per ritardare la ritirata tedesca decise di radere al suolo Alife, l’iniziativa si rivelò del tutto inutile, in quanto i tedeschi riuscirono ad aggirare la città, ripiegando verso le altre linee difensive. La distruzione di Alife fu un terribile errore – a dreadful mistake – frutto di una missione stabilita all’ ultimo momento, nel gergo militare una «hurry up mission», di un ordine improvviso al quale mai nessuno avrebbe potuto porre un veto. Per non dimenticare…" "Per maggiori approfondimenti si consiglia di leggere il libro: ” G. Angelone, “H-2703. Alife, una città dimezzata”, ed. ASMV, Piedimonte Matese 2010″. 

“Bisogna bandire una volta per tutte le guerre”. Fanno sapere i rappresentanti del Movimento Internazionale per la Pace della provincia, promotori del passaggio della “Fiaccola della Pace” che commemora i 100 anni della grande guerra, che ha l'obiettivo di far conoscere a tutti l’importanza del
Diritto alla Pace, valore supremo della storia. La Pace è un valore incommensurabile che fonda la propria azione sul metodo nonviolento. Questo valore supremo della storia va inculcato sin nelle giovani generazioni, si studia e si impara tra i banchi di scuola e poi in ogni ambito dove si opera e si lavora. Dopo cento anni di guerre e di crimini contro l’umanità è venuto il tempo di bandire una volta per tutte la guerra e di riconoscere che la Pace è un diritto umano fondamentale della persona e dei popoli. Un diritto che deve essere effettivamente riconosciuto e applicato. L’umanità è in pericolo si sta sgretolando. E’ venuta l’ora di reagire! Di fronte alla pericolosissima crisi della comunità internazionale, al dramma umanitario siriano sempre più agguerrito e al devastante scenario di morte e di distruzione, non possiamo più assistere inermi o neutrali, occorre reagire! La Pace è l'unica strada agli scontri di civiltà ( A cura del Movimento Internazionale per la Pace e la Salvaguardia del Creato III Millennio, provincia di Caserta, Regione Campania) Leggasi anche articolo completo sulla Guerra del Volturno "L ”Area Bombing” alleato sul Casertano" (a cura del giornalista e storico prof. Angelo Martino) http://www.comunedipignataro.it/?p=27516 (Fonte: MATESE TERRA DI PACE

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