giovedì 10 marzo 2016

Da MATESE TERRA DI PACE - MILLE E MILLE CANDELE PER LA PACE IN SIRIA davanti all' ALBERO della PACE.


MILLE E MILLE CANDELE PER LA PACE IN SIRIA davanti all' ALBERO della PACE.Un intero paese, la Siria, è stato ridotto in...
Pubblicato da MATESE TERRA DI PACE su Sabato 27 febbraio 2016
Cliccare sul titolo sopra per visualizzare il reportage foto) 

Un intero paese, la Siria, è stato ridotto in polvere. Una desolata sequenza di macerie. Centinaia di migliaia dei suoi abitanti hanno perso la vita. Molti erano solo bambini. Ovunque, e per cinque lunghissimi anni, sofferenze indicibili, infinito terrore....(Continua l'appello in coda) 

MATESE TERRA DI PACE- Alife(Caserta). Aderendo all'appello nazionale lanciato dal giornalista
Silvestro Montanaro, sabato 27 Febbraio 2016, ci siamo ritrovati in serata davanti al Monumento vivo dedicato ai caduti in guerra, ossia l' "Albero della Pace" che fu piantato durante il passaggio della "Fiaccola della Pace" per commemorare i 100 anni della grande guerra, e che fu dedicato alle vittime di tutte le guerre, stragi, attentati, terrorismo, criminalità e mafie nel mondo, per elevare dal Matese e dall'antica Città di Alife, un' unica invocazione di Pace per la Siria, per il mondo intero, per le nostre terre e le nostre famiglie. Un nutrito gruppo dei nostri "giovanissimi per la Pace", futuro di Alife, hanno partecipato al momento di riflessione e di preghiera per la Pace in Siria. Il prof. Gino Ponsillo vice presidente del Movimento per la Pace, ha declamato delle letture che riassumevano il dramma che si sta consumando in Siria da ormai 5 anni, a causa del quale sono stati costretti a fuggire oltre 2000 profughi. "Immaginate cosa vuol dire scappare dal proprio paese a causa delle bombe, immaginate come se la nostra comunità fosse costretta a scappare all'improvviso, lasciare tutto per trovare sopravvivenza....." ."Immaginate metà Alife spopolarsi e scappare all'improvviso a causa della guerra...molte di queste persone, fra cui tanti bambini come il piccolo Aylan Curdi di 3 anni ( la cui foto è sttata posata sui rami dell'Albero dela Pace insieme a quella del rcercatore Giulio Regeni)- ha ricordato Agnese Ginocchio, presidente del Movimento per la Pace, - durante il tragitto di fuga dalla loro terra hanno incontrato la morte...Sono drammi che ci toccano tutti da vicino, davanti ai quali non possiamo volgere lo sguardo dall'altra parte, nè possiamo far finta di nulla. Sono nostri fratelli, sono la nostra umanità. La morte di un solo essere vivente pesa come un macigno sulle nostre coscienze. Che cosa possiamo fare per evitare tutto ciò? - Ha incalzato- Certamente da soli non possiamo nulla, ma se ci mettiamo insieme e cominciamo a pensare, riflettere e ragionare con la parola "Pace", qualcosa potrebbe cominciare a cambiare. Insieme si fa rete, si vince. Insieme si ricerca e si studia, poi si decide di scrivere una lettera, si va dai propri insegnanti e si espone il proprio pensiero, presentando la lettera. Gli insegnanti hanno il dovere di sostenervi- ha continuato- quindi, insieme si va dal Dirigente scolastico, poi insieme si va dal Sindaco della propria città, dal Sindaco si scrive alle Istituzioni che rappresentano la provincia, la regione e così via, fino ad arrivare a "Chi" è in alto ( Governo). E' come una scala che si sale un gradino per volta, fino a raggiungere la cima, ossia il traguardo: Ecco. La Pace è esattamente questo. La Pace richiede impegno, azione: Voi rappresentate il futuro di Alife, e noi abbiamo il dovere di sostenervi e di accompagnarvi a crescere sui passi di Pace, affinchè possiate essere cittadini consapevoli e responsabili, cittadini costruttori di un futuro di Pace. Quel futuro che siete proprio voi! E voi a noi ci state davvero a cuore". Il prof. Gino Ponsillo poi ha declamato alcune lettere scritte da poeti siriiani, nelle quali invocavano la liberazione delle loro terre dalla peste della guerra e chidevano la Pace, di poter vivere in Pace, che la loro terra ritornasse a fiorire come un Giardino...." Parole toccanti che solo chi vive un dramma sulla propria pelle può scrivere....Quindi ci si è presi per mano fomando un girotondo intorno all' Albero della Pace ed è immediatamente seguita l'invocazionedi Pace ad alta voce alla quale ognuno dei presenti ha espresso il proprio livbero e spontaneo pensiero di Pace per la Siria e per il mondo intero. Abbiamo invocato la benedizione della Pace per le nostre comunità. A seguire dopo il cero bianco deposto davanti all' Albero della Pace e alla Targa di titolazione dell'Albero, abbiamo acceso la Pace elevando al cielo la lanterna di Pace sulla quale abbiamo riportato la scritta: Pace in SIRIA. La lanterna ha preso immediatamente il volo, senza tentennamenti ( rispetto alle altre iniziative precedenti dove pure fu accesa...) ed è volata proprio in direzione del Sud, ossia verso il cielo che ci collega con la Siria...CI siamo tutti salutati con la parola Pace Shalom Salam..."Consapevoli che senza Pace non c'è futuro e che per realizzarla bisogna lavorare ogni giorno instancabilmente... Nell'andare via, abbiamo raccomandato di accendere una volta rientrati nelle proprie case, una candela sul davanzale della finestra o sul proprio balcone per unirci alle tante fiammelle di Pace che questa notte brilleranno per la Pace Siria e per il mondo intero. Le foto della serata sono stare realizzare da Andrea Pioltini. Di seguito si riporta l'appello lanciato sulla pagina ufficiale dell' evento https://www.facebook.com/events/960817450665053/ MILLE E MILLE CANDELE PER LA PACE IN SIRIA Un intero paese, la Siria, è stato ridotto in polvere. Una desolata sequenza di macerie. Centinaia di migliaia dei suoi abitanti hanno perso la vita. Molti erano solo bambini. Ovunque, e per cinque lunghissimi anni, sofferenze indicibili, infinito terrore. Gran parte della popolazione ha dovuto fuggire, affrontare il nuovo inferno della condizione di profugo. La vita nei campi profughi è non vita. I campi mancano troppo spesso anche del minimo necessario per il venir meno degli impegni di aiuto da parte della comunità internazionale. Per tanti profughi siriani riprendere il cammino è così una necessità, l’ultima speranza. In tanti hanno perso la vita pur di raggiungere le nostre frontiere. Tanti, soprattutto bambini, sono scomparsi nel nulla. Tante giovani donne sono state costrette all’umiliazione e agli orrori dei trafficanti di esseri umani. La Siria, paese dalla storia millenaria, patrimonio dell’umanità, è ridotta a niente, un nome sulla carta geografica per un territorio divenuto teatro della ferocia e della barbarie di eserciti e milizie che se ne contendono il controllo. In molti hanno voluto questo esito tragico e per la gran parte non erano siriani. Grandi potenze mondiali e regionali hanno annientato, per i propri interessi, questo paese ed il suo disgraziato popolo. Hanno imposto ai siriani il mostro della guerra. L’Europa, non esente da responsabilità su questa inenarrabile vicenda, intanto rischia di perdere l’anima. L’arrivo improvviso e simultaneo di milioni di profughi lascia crescere, alimentato da demagoghi in cerca di fortune elettorali, un clima di paura e di repulsione. Si ergono e si minacciano nuove crudelissime mura. La povera gente siriana, ben felice di poter vivere in pace a casa propria, viene vissuta da tanti come nemica nell’impossibilità di poter gestire in poco tempo e con scarsi mezzi un così immenso lavoro di integrazione. Il rischio di un allargamento di questo conflitto si fa di giorno in giorno sempre più grande. E con esso la possibilità di un nostro coinvolgimento diretto. Forze potenti spingono in questa direzione perseguendo una folle resa dei conti globale. La pace è l’unica soluzione per questa tragedia, l’infinito dolore che l’accompagna, gli enormi rischi che evoca per la pace mondiale. Liberare la Siria da armati ed armi, restituirla ai siriani. I combattimenti ed i bombardamenti vanno immediatamente interrotti. Le azioni di contrasto alle formazioni terroriste vanno condotte sotto il comando delle Nazioni Unite e non dalle singole potenze interessate quasi sempre solo ad estendere la propria influenza sul paese. Va portato immediatamente aiuto alla gente impossibilitata a fuggire dai luoghi di scontro diretto tra fazioni e ridotta alla fame e senza assistenza medica. Va cercata ed imposta, sotto l’egida delle Nazioni Unite, una soluzione politica che garantisca la stabilita della pace. La Siria ed i siriani, in libere elezioni, devono poter scegliere il proprio futuro. Per poterlo fare, il terreno deve esser sgombrato dalle armi e dai principali responsabili, tra tutte le parti in conflitto, di questo orrendo massacro. Una commissione nazionale, formata da uomini di acclarata indipendenza e cultura dei diritti umani, deve poter gestire il difficile processo di giustizia e riconciliazione. Noi cittadini italiani, ma anche cittadini del mondo, in Siria abbiamo perso decine di migliaia di bambini, come i nostri, quindi nostri figli. Ne abbiamo visto storpiare tantissimi altri. Abbiamo visto l’innocenza ed il futuro del mondo offesi dalla violenza più assurda e più cieca. Abbiamo visto morire la pietà e la dignità del mondo. Un fragile accordo impone una cessazione delle ostilità a partire da sabato 27 febbraio. Quel giorno esporremo bandiere di pace e, alle 21, accenderemo una candela accanto alle nostre finestre. Un primo atto per dire che ci siamo e ci saremo. Che non ci fidiamo di chi di questa guerra è stato ed è protagonista e che vogliamo dire la nostra. Non vogliamo più essere spettatori passivi di tanto orrore, complici perché l’indifferenza è complicità. Noi diciamo basta alla guerra. Pretendiamo la pace. Valuteremo le nostre classi politiche anche per i loro sforzi nel mettere a tacere le armi. Vigileremo. E non dimenticheremo!

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