Buon Venerdi santo, giornata in cui si commemora la Passione, la Crocifissione e morte di Cristo Re e Profeta di Pace. Riflettiamo con le parole di un grande profeta di Pace, don Tonino Bello vescovo: "Collocazione Provvisoria". Queste parole ci aiutino in questo cammino a comprendere il messaggio di Cristo che si è fatto uccidere per redimere l'umanità dal fango della morte alla luce della Vita. E riflettiamo su tutte le nostre mancanze, ogni volta che non siamo stati disponibili verso il nostro prossimo, la nostra casa, chiusi, cinici, indifferenti per le ferite del mondo. Il messaggio di Cristo ed il nostro disimpegno ci mandi in crisi, e ci faccia comprendere che a nulla vale spendere la vita in cose effimere se non è finalizzata all'impegno per la causa di Pace, una Pace scomoda che richiede cammino, e per giunta cammino in salita. Cristo ce ne ha dato l'esempio attraverso il cammino al Calvario, un cammino carico di sofferenza, ma che alla fine si è trasformato in traguardo di Redenzione e di Resurrezione. La Pace di Cristo inondi e colmi i cuori di tutti voi.
"Collocazione provvisoria" (di don Tonino Bello)
(di don Tonino Bello,vescovo e profeta di Pace)
Collocazione provvisoria – don Tonino Bello
“Nel Duomo vecchio di Molfetta c’è un grande crocifisso di terracotta. Il parroco, in attesa di sistemarlo definitivamente, l’ha addossato alla parete della sagrestia e vi ha apposto un cartoncino con la scritta: collocazione provvisoria. La scritta, che in un primo momento avevo scambiato come intitolazione dell’opera, mi è parsa provvidenzialmente ispirata, al punto che ho pregato il parroco di non rimuovere per nessuna ragione il crocifisso di lì, da quella parete nuda, da quella posizione precaria, con quel cartoncino ingiallito. Collocazione provvisoria. Penso che non ci sia formula migliore per definire la croce. La mia, la tua croce, non so quella di Cristo.
Coraggio, allora, tu che soffri inchiodato su una carrozzella. Animo, tu che provi i morsi della solitudine. Abbi fiducia, tu che bevi al calice amaro dell’abbandono. Non imprecare, sorella, che ti vedi distruggere giorno dopo giorno da un male che non perdona. Asciugati le lacrime, fratello, che sei stato pugnalato alle spalle da coloro che ritenevi tuoi amici.